La «fatwa» dei partigiani sul sacrario della memoria

Un anno fa Letizia Moratti si augurò la «chiusura di un capitolo drammatico e doloroso» per l’Italia: la guerra civile che «certamente ha lasciato ferite profonde e divisioni». Virgolettato tradotto in una speranza concreta, un sacrario per ospitare sia i partigiani che i caduti della Repubblica sociale di Salò.
Allora, chi sostenne la necessità di trovare un «luogo comune di sepoltura» fu marchiato dalla fatwa dall’Anpi. Ma la proposta di un sacrario, ricorda l’assessore comunale Stefano Pillitteri, resta sempre sul tavolo «nella speranza che sia maturata una sensibilità più forte».

Valutazione di un processo di riconciliazione che è però impossibile da affrontare mentre la sinistra continua a strumentalizzare il 25 aprile: «Le rivincite - osserva Stefano Pillitteri - non si fanno brandendo occasioni come il 25 aprile, che è momento fondante della nostra Repubblica». E l’Anpi continua a dire «no», a sollevare ostacoli nonostante il Sacrario - chiosano da An - sarebbe «occasione unica di una memoria condivisa» e di «pietà ai caduti di entrambe le parti».

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