
Sono state riaperte le indagini sull'omicidio di Fausto e Iaio - Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci -, i due militanti di sinistra uccisi il 18 marzo 1978 vicino al Leoncavallo. Un delitto rimasto senza colpevoli a distanza di 47 anni. Lo ha deciso il gip Maria Idria Gurgo di Castelmenardo, che ha accolto la richiesta dei pm Francesca Crupi e Leonardo Lesti.
Il fascicolo riaperto sulla base di una nuova informativa della Digos è lo stesso archiviato nel 2000 dal gip Clementina Forleo, nonostante fossero stati evidenziati «significativi elementi» a «carico della destra eversiva e in particolare degli indagati» Massimo Carminati, Claudio Bracci e Mario Corsi. Da oltre un anno i pm guidati dal procuratore Marcello Viola lavoravano a un fascicolo conoscitivo, dopo che il sindaco Giuseppe Sala aveva scritto, nel gennaio 2024, una lettera al capo della Procura per chiedere appunto di ritentare nella ricerca dei responsabili. Nel maggio 2023 il Consiglio comunale aveva approvato all'unanimità una mozione del dem Rosario Pantaleo con la stessa richiesta. Maria, la sorella di Iaio, dichiara: «Gli atti sono sempre stati lì, vuol dire che i tempi son maturi. Non mi sono arresa, ma ho fatto pace con la giustizia, la verità storica c'è sempre stata e è che due ragazzi sono stati uccisi da mano identificata e rivendicata come fascista. Non covo rancore né odio, se è arrivato il momento ben venga, ho fatto pace con questa storia e non voglio essere strumentalizzata né che ci si muova per alimentare degli odi in nome di Fausto e Iaio».
«Sono contento che la magistratura abbia deciso di riaprire le indagini per fare chiarezza e individuare i colpevoli degli omicidi», dice Ignazio La Russa, che nel discorso di insediamento alla presidenza del Senato aveva ricordato i 18enne uccisi, insieme a Sergio Ramelli. L'avvocato Nicola Brigida, che assiste i familiari delle vittime, commenta: «È imperativo fare luce su questo duplice omicidio orrendo a sfondo politico. Sono stati uccisi due ragazzi colpevoli di nulla. Questa è l'ultima occasione». Così il capogruppo del Pd in Regione, Pierfrancesco Majorino: «Deve essere la volta della verità e della giustizia. Due ragazzi ammazzati da estremisti di destra, un terribile episodio di violenza politica, una macchia indelebile nella storia della città». E il sottosegretario all'Istruzione Paola Frassinetti (Fdi): «Erano bravi ragazzi, uccisi nella stessa città, nello stesso quartiere, nello stesso periodo.
Rendere omaggio a tutti i caduti in quegli anni a causa della violenza politica è un dovere di tutti». Mentre il giudice Guido Salvini: «È una soddisfazione, perché già le mie indagini sembravano aver raggiunto con i Nar il nucleo della verità sul duplice omicidio».
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