Perde la maglia, ma non il sorriso: «Ho provato a resistere il più possibile, ma dopo due settimane di corsa e tanto stress, non sono riuscito a fare di più. Credetemi: va bene così». Otto giorni in maglia gialla, il quinto posto nella classifica generale: si può ancora sognare. «Adesso voglio solo riposarmi un po, faremo il punto con la squadra e decideremo se puntare ad un tappa, o a mantenere un buon piazzamento in classifica generale», spiega pacato e stanco Nocentini.
Non vede la maglia, ma si avvicina di molto, Vincenzo Nibali. «Ho fatto una buona tappa, tenuto conto che Alberto Contador è di un altro pianeta. Sono molto soddisfatto per il mio terzo posto e di come sto correndo questo Tour. Sono sempre lì nel vivo della corsa, mi sembra di stare anche sempre meglio. Insomma, la resistenza cè». Nibali, siciliano di nascita (è chiamato lo «squalo dello stretto») e toscano di adozione (vive a Mastromarco) è tipo tosto, orgoglioso e concreto: non ama i voli pindarici. «Ripeto, sono al mio secondo Tour e dopo quello di un anno fa (ventesimo a 25da Sastre, ndr) il mio obiettivo è entrare nella top ten. Ora sono sesto, spero di fare anche meglio».
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