Fdi presenta le sue liste e punta a superare il 28,5% delle politiche

In corsa a Milano Feltri, Veronesi, Molteni e anche il figlio di Roberto Bernardelli

Fdi presenta le sue liste e punta a superare il 28,5% delle politiche

Fratelli d'Italia apre la campagna per blindare la Regione Lombardia sulle note de «Il cielo è sempre più blu» e dell'Inno nazionale. «Il trend è molto positivo e vogliamo fare anche meglio rispetto alle Politiche, non solo vincere ma convincere gli elettori lombardi che avranno altri 5 anni con il presidente Fontana e con un partito come Fdi che avrà un peso più importante e riuscirà quindi ad essere più determinante anche nel programma elettorale e nella sua esecuzione» afferma il ministro e coordinatore regionale Daniela Santanchè ieri all'auditorium di Palazzo Lombardia («è uno spazio che Regione affitta, spero che altri partiti lo usino» la risposta alle critiche del Pd). Il partito di Giorgia Meloni ha incassato in Lombardia alle Politiche uno storico 28,5% contro il 13,3% della Lega. Dalle parole di Santanchè sembra che FdI punti ad ampliare la cifra del sorpasso a scapito del Carroccio ma il ministro allontana le polemiche: «Il centrodestra corre come un solo uomo mentre dall'altra parte non è così, siamo tutti uniti - afferma -. Non vogliamo crescere a discapito degli alleati ma raccogliendo i voti del partito più corposo in Italia, quello di coloro che non vanno a votare. Per questo abbiamo lavorato per avere le liste più competitive possibili». E la presentazione della squadra è il primo atto di «Lombardia al voto. Pronti, candidati e via» che prosegue anche oggi con interventi di ministri, parlamentari e la chiusura in collegamento del premier e leader di FdI Giorgia Meloni.

Capolista a Milano è il giornalista Vittorio Feltri, che si era dimesso dal consiglio comunale per problemi di salute («mi auguro di portare a casa più voti possibili, non so come ma ci proverò - scherza -. Il centrodestra è incontestabile anche a livello nazionale dove infuriano polemiche fatte da idioti»). In lista in lista tra gli altri gli uscenti Marco Alparone e Franco Lucente, dal Comune Chiara Valcepina, Enrico Marcora, l'ex Fi Marco Bestetti e l'ex Milano Popolare Matteo Forte, ci sono la giornalista Noemi Azzurro Barbuto, Edoardo Bernardelli (figlio di Roberto, proprietario dell'albergo Cavalieri che fu tra i secessionisti che costruirono il «tanko» nel 2006, un finto carro armato), l'ex sindaco di Turbigo Christian Garavaglia, Silvia Maullu, nipote del coordinatore provinciale Stefano, l'ex leghista Laura Molteni, Stefano Zecchi, Alberto Veronesi (figlio dell'oncologo Umberto) con un trascorso nella lista Sala. Non c'è l'assessore Romano La Russa. «Ha accolto la mia insistente richiesta a non candidarsi anche se era pronto - spiega Santanchè -, sarà a capo del coordinamento della campagna elettorale con Maffoni e Maccari e se tutto andrà come deve andare sarà in predicato per la giunta». Tra i nomi a Brescia l'uscente Barbara Mazzali, a Bergamo Franco Paolo e Lara Magoni, a Como Edgardo Arosio e Anna Dotti, a Mantova Paola Bulbarelli, a Lodi Patrizia Baffi, a Monza e Brianza Federico Romani. «Non abbiamo ancora vinto, vinceremo, ma non diamo quella visione, avremo tagliato il traguardo il giorno dopo le elezioni» avverte Santanchè. Idem il governatore Attilio Fontana: «Siamo sempre avanti rispetto alla sinistra ma non diamo l'idea che la battaglia sia già vinta e qualcuno non vada alle urne.

Il nostro modello è totalmente opposto a quello di Pd-M5S, Giuseppe Conte ha già detto che chiuderebbe tutti i termovalorizzatori e i grillini brindarono quando ci furono intoppi sulla Pedemontana». Un cambio dei rapporti di forza tra FdI e Lega «non è un problema che mi pongo, abbiamo passato 5 anni con altri pesi e abbiamo operato senza alcun tipo di frizione. L'importante sono le idee, non i numeri».

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