Leggi il settimanale

La Fed taglia le stime sulla crescita

da Milano

Henry Paulson è ancora ottimista, Ben Bernanke un po’ meno. Se il segretario al Tesoro Usa prevede che l’economia Usa crescerà quest’anno di circa il 2,7%, il numero uno della Fed si appresta a ritoccare al ribasso le stime sul Pil 2008, che saranno rese note la prossima settimana.
Nel novembre scorso, la banca centrale aveva collocato l’espansione tra l’1,8 e il 2,5%, ma ieri Bernanke, nel corso di un’audizione alla Commissione bancaria del Senato, ha detto a chiare lettere che «l’outlook per l’economia è peggiorato negli ultimi mesi, e i rischi al ribasso sulla crescita sono aumentati» e riflettono la delicata situazione del mercato finanziario, immobiliare e del lavoro. A ciò va aggiunto lo stato di sofferenza in cui versa il settore del credito. «È probabile che ci saranno ulteriori svalutazioni che colpiranno le banche, ma - ha assicurato Bernanke - non ci sono rischi imminenti di insolvenze bancarie».
Il pessimo risultato del quarto trimestre 2007 (un deludente più 0,6%) ha amplificato i timori di una crisi, ma il successore di Greenspan ha ribadito di non credere a uno scenario recessivo, di considerare probabile un raffreddamento dell’inflazione e di essere pronto a intervenire ancora pur di assicurare sostegno all’economia. Ridotti al 3% dopo la riduzione decisa a gennaio, i tassi sono dunque destinati a subire un ulteriore taglio. Bernanke vorrebbe incontro ai desiderata dei mercati, esponendosi però alle critiche di chi comincia a giudicare la sua politica monetaria troppo espansiva.
Bernanke non sembra tuttavia avere alternative. Deve solo sperare, come ha detto ieri, che gli stimoli di natura monetaria e fiscale, ovvero il pacchetto di aiuti da 168 miliardi di dollari, facciano sentire i propri effetti nei prossimi mesi. In caso contrario, potrebbe essere costretto a far le valigie.

Il Wall Street Journal ha già fatto i nomi degli eventuali sostituti: in caso di vittoria dei democratici, in pole position ci sarebbe Janet Allen, presidente della Fed di San Francisco; l’affermazione dei repubblicani potrebbe portare alla nomina di Martin Feldstein, già consigliere economico durante il primo mandato della presidenza di George W. Bush.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica