«Fedeli al Cav, siamo la Lega del Sud»

Il partito si chiama Forza del Sud ma «il modello è la Lega Nord». Nasce come scissione dal Pdl ma «Berlusconi è la persona che mi sta dando il maggiore aiuto». È la creatura di Gianfranco Micciché, un tempo asso pigliatutto di Forza Italia in Sicilia (fu l’artefice del 61-0 del 2001) e ora demolitore.
Micciché, dopo Fini arriva lei a smembrare il Pdl.
«Futuro e libertà non piace, non ha una prospettiva, non si capisce se vuole andare a sinistra, fare il terzo polo o ritrovare l’accordo con Berlusconi. È imbarazzante».
Voi, invece?
«Abbiamo fatto proposte precise esattamente come la Lega: ci occupiamo di un territorio stando nel centrodestra con Berlusconi e cercando di avere un numero di parlamentari che possano condizionare le scelte del governo».
Siete il partito della nuova Cassa del Mezzogiorno?
«Non abbiamo uno spirito rivendicazionista, non vogliamo quattrini ma un nuovo metodo amministrativo».
Che cosa significa?
«Le regioni devono poter scegliere se continuare con il regime attuale, cioè quanto non è vietato dev’essere autorizzato, oppure passare al meccanismo di controllo: autocertificazione sotto l’azione ispettiva degli enti locali. Farebbe guadagnare tempo e ci consentirebbe di ottenere quegli investimenti che sono l’unico motore della crescita per qualsiasi territorio».
Una proposta di autonomia federalista.
«Anche il mio partito avrà struttura federale, con realtà regionali coordinate da una holding centrale per le politiche nazionali e i contatti con Roma».
Che cosa le impediva di sostenere le sue idee nel Pdl?
«Il Pdl non parla più con la gente, i coordinatori sono calati dall’alto e spesso e volentieri sconosciuti dal territorio. Noi vogliamo parlare ai militanti, riconquistarne la fiducia, farli partecipi delle scelte, e ho trovato uno straordinario entusiasmo. Un partito più tradizionale di Forza Italia, meno leggero e più simile alla Lega».
Vuole diventare il Bossi del Sud?
«Il modello funziona. Da noi alle prossime elezioni Pdl e Lega non avrebbero potuto sfondare. E sarebbe una mortificazione se del Sud si occupassero soltanto Fini e Casini, due bolognesi».
Così è sceso in campo lei.
«Sono palermitano, vivo nel Mezzogiorno, me ne occupo da anni perché sono innamorato della mia terra».
Hanno già aderito nomi importanti a Forza del Sud?
«Noi non intendiamo recuperare deputati o senatori: li vogliamo fare. Ci interessa la base, non chi cerca una ricandidatura».
Come sono i rapporti con i maggiorenti siciliani del Pdl come Schifani, Alfano e la Prestigiacomo?
«Questa operazione ha rasserenato le cose, restando nel Pdl non si sarebbe trovata una soluzione pacifica. Il dialogo riprenderà anche nelle altre regioni meridionali dove il Pdl è malmesso: ci sono liti ovunque, probabilmente non era ancora il momento di unificare Forza Italia e An».
Ma perché provocare un’ulteriore scissione?
«Quand’ero ministro, un giorno proposi una norma per semplificare l’uso dei fondi strutturali, facile da attuare e a costo zero, che trovò contrari alcuni ministri della Lega. Quando il dibattito si accese, Berlusconi mi impose di rinunciare. Ma perché, se era una cosa giusta e io avevo la delega per il Sud? Mi rispose: loro sono un partito, tu no. Fu illuminante».
Quanti voti pensa di conquistare?
«Se avremo il tempo di organizzarci sostituiremo tranquillamente l’area di Fini, e sarà gente molto più serena nel dibattito interno, anche se dev’essere chiaro che non faremo sconti nel difendere gli interessi del Sud».
Fate la corsa su Fini o sul Pdl?
«Non abbiamo competitor. Una coalizione fatta da una forza del Nord che è la Lega, una forza del Sud che siamo noi e un Pdl con Berlusconi mediatore degli interessi territoriali è la soluzione migliore. Fini è un apprezzabilissimo signore al quale voglio anche bene, non ho con lui i conflitti di altri, ma non conosce il Sud come si deve».
Cercherete voti anche in altre regioni?
«Lei non ha idea delle telefonate che ricevo da Milano, Torino, Venezia. La Lega al Sud non ha nessuno mentre noi al Nord abbiamo milioni di emigrati».
Berlusconi che cosa pensa di questa mossa?
«Ho letto sul Giornale che vuole fare un altro partito: mi ha aperto il cuore, spero lo faccia presto.

Oggi è lui che mi sta dando il maggiore aiuto. Quando incontra gente del Sud che si lamenta del Pdl dice: vada da quel matto di Micciché così è colpa sua. E con le persone mandate da lui abbiamo già chiuso begli accordi».

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