Fedeli di Zarqawi preparano in Siria un attacco all’Italia

I terroristi contano sulla comunità degli immigrati. Nuove retate a Damasco

Gian Micalessin

Un unico asse del terrorismo radicale, una asse esteso dall'Irak all'Algeria che attraverso i militanti siriani di Jound al Sham, un'organizzazione radicale il cui nome significa Soldati del levante, minaccia l'Europa e prepara attentati nel nostro paese. Il sospetto girava da tempo, ma ora molti elementi lo confermano. Anche perché Jound al Sham, una formazione controllata forse dallo stesso Abu Mousab Zarqawi, è sempre più attiva sullo scenario siriano. Il secondo scontro a fuoco in meno di una settimana - terminato con la morte di otto esponenti radicali - risale a giovedì. La battaglia scoppiata in una fattoria alle porte della città di Edleb, nelle centro del paese, si è conclusa con l'uccisione di cinque dei terroristi assediati e il suicidio degli altri tre dilaniati dalle loro cinture esplosive. Domenica scorsa un'altra cellula di Jound al Sham era stata intercettata nel centro di Aleppo dove, secondo fonti siriane, preparava una serie di attentati.
L'elemento più allarmante per l'Italia e l'Europa arriva dalle rivelazioni apparse sulla prima pagina da Al Ayat. Secondo l'autorevole quotidiano in lingua araba pubblicato a Londra Jound al Sham avrebbe costituito assieme ai militanti algerini del Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, un'unità congiunta per colpire i paesi europei. Il giornale cita militanti islamici algerini deportati alcuni mesi fa dalla Siria, secondo i quali ci sarebbero stati «contatti ampi, a vari livelli, tra la formazione algerina Gruppo salafita e quella di Jund Al Sham, per preparare una serie di attacchi in Italia, Francia e Germania».
L'incontro più importante tra attivisti delle due organizzazioni per la costituzione della cosiddetta «rete di Damasco», si sarebbe svolto nella capitale siriana lo scorso aprile. Le informazioni di Al Watan secondo la ricostruzione del Giornale arrivano dagli interrogatori di Sakir Adil, un esponente di punta del Gruppo salafita catturato a Damasco il 25 maggio scorso. Jound Al Sham è una delle prime organizzazioni tenute a battesimo da Al Zarqawi alla fine degli anni Novanta quando il terrorista giordano era ancora in Afghanistan. Lasciata sonnecchiare per oltre un decennio sarebbe stata risvegliata per dirigere gli attacchi in Europa e fungere da legame tra l'Irak e i militanti algerini. Zarqawi voleva sfruttare l'apparente apatia e indifferenza del regime di Damasco per far confluire armi e finanziamenti dall'Irak alla vicina Siria. Il Gruppo salafita algerino, una delle formazioni radicali più ricca di militanti ben addestrati, ha il compito di far arrivare in Siria i volontari pronti a eseguire le operazioni sul suolo europeo.
I «salafiti» algerini possono, tra l'altro, contare sull'appoggio di una consistente comunità di espatriati già residenti in Italia, Francia e Germania. Le rivelazioni di Al Watan coincidono con gli arresti a Brescia e Napoli di tre militanti del Gruppo Salafita per la predicazione ed il combattimento messi a segno il 17 novembre dai carabinieri del Ros. I tre Yamine Bourhama, Khaled Serai e Mohammed Larbi sono stati definiti «potenziali operativi» e cioè uomini pronti a colpire.

Bourhama nelle intercettazioni telefoniche parlava dell'imminente arrivo in Italia di una nave «grande come il Titanic» carica di esplosivo. Una nave forse finanziata e messa in mare dalla centrale operativa siriana di Jound Al Sham.

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