Roma - Approvato al Senato il disegno di legge delega sul federalismo. Ora il testo passa alla Camera. L’aula del Senato ha approvato il ddl di delega al governo in materia di federalismo fiscale, che ora viene trasmesso alla Camera. I voti a favore sono stati 156, 108 gli astenuti, 6 i contrari. A favore del ddl hanno votato il Pdl, la Lega e l’Mpa, mentre Pd e Idv si sono astenuti. Voto contrario dal gruppo Udc. Presenti in Aula molti membri del governo, a partire dal premier Silvio Berlusconi. Ovviamente al completo la delegazione ministeriale della Lega con in testa il leader Umberto Bossi.
Berlusconi: "Le tasse caleranno" "La pressione fiscale non dovrà aumentare, anzi diminuirà" con l’attuazione del ddl sul federalismo fiscale. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi lasciando palazzo Madama dopo essere stato presente al voto sul provvedimento. Berlusconi ha osservato che se così non fosse il federalismo fiscale "verrebbe meno al suo principale obiettivo". Secondo il premier questo provvedimento agevolerà anche la lotta all’evasione fiscale che, a suo avviso, potrà diminuire "del 22%". E inoltre darà agli enti locali "la piena responsabilità delle spese per ogni servizio" avvicinando così amministratori e cittadini. "In questo modo - ha concluso - i cittadini potranno punire con il loro voto gli amministratori incapaci". Così il premier spiega la sua presenza in aula: "Ho voluto essere presente per il voto finale sul federalismo fiscale. Si tratta di una riforma importante che porta il nostro stato a essere moderno e federale come la Germania, la Svizzera o altri Stati".
Il Pd si astiene "Il Pd si asterrà sul voto al Senato sul federalismo", ha deciso l’assemblea del gruppo, presieduta dal segretario del partito Walter Veltroni. Un’astensione, spiega al termine Veltroni, per dimostrare il senso di responsabilità del Pd. Ma nel corso del proseguo del iter parlamentare del federalismo l’atteggiamento del Pd potrebbe cambiare: "La maggioranza deve sapere che il banco di prova saranno la copertura finanziaria del provvedimento e l’attuazione del pacchetto Violante di riforme istituzionali", spiega Veltroni. L’assemblea del gruppo del Senato del Pd, spiega Veltroni al termine della riunione, "ha votato a larghissima maggioranza (sono 9 i voti contrari, ndr) per una decisione giusta. Perchè siamo una forza responsabile che raccoglie la sfida dell’innovazione e abbiamo contribuito a cambiare il testo originario" del federalismo. Questo, però precisa subito il segretario del Pd "è un atteggiamento verso la prima lettura del provvedimento. Ci sono alcune cose che ci lasciano assolutamente insoddisfatti, innanzitutto l’assenza della copertura finanziaria". Dunque, ribadisce Veltroni, "il nostro atteggiamento potrà modificarsi" rispetto all’attuale decisione di astenersi se non saranno sciolti alcuni nodi, tra cui l’approvazione delle norme contenute nel pacchetto Violante. Su questa base decideremo i successivi passaggi. La maggioranza - conclude - deve sapere che il banco di prova saranno questi due punti, la copertura finanziaria e il pacchetto Violante". Quanto al comportamento del Pd, Veltroni ribadisce che si snoda su due binari, "un’opposizione durissima nel merito senza mai sottrarci alla ricerca di convergenze sulle regole del gioco, anche se la destra non lo fa".
Bossi elogia l'opposizione "È stato fatto un lavoro importante con la sinistra. Senza la sinistra eravamo ancora in commissione". Il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, apprezza il contributo fattivo dei democratici apportato al ddl sul federalismo in commissione. Il leader del Carroccio ha, poi, garantito che il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, "ha assicurato che i conti li tirerà fuori" mentre interpreta la decisione dei centristi di votare contro come il tentativo di costituire un "partito antifederalista" per "prendere i voti del sud. Bossi nutre, però, forti dubbi sulla scelta dell'Udc dal momento che "la legge non penalizza il sud": "Anche lì sono stufi di amministratori che non fanno il loro lavoro". Di collaborazione parla anche il premier: "C’è la nostra disponibilità a trattare con il Pd sia alla Camera che al Senato su tutte le leggi da noi presentate".
Accantonato articolo su Roma capitale Su richiesta del ministro delle Semplificazione Roberto Calderoli, l’articolo del ddl sul federalismo fiscale, in discussione al Senato, riguardante Roma Capitale è stato momentaneamente accantonato. Calderoli ha annunciato che ci sarà un emendamento sull’argomento che verrà affrontato, comunque, più avanti, insieme alla questione delle città metropolitane. Lo stesso sindaco di Roma, Gianni Alemanno, fa sapere che "governare Roma è uno dei compiti più impegnativi" dal momento che "il paradosso è quello di governare una città capitale, più o meno dello stesso status di un normale comune, ma finalmente con il primo passaggio parlamentare si riesce progressivamente a riconoscere lo status particolare di Roma capitale". "I nodi non sono venuti dalla Lega - conclude il primo cittadino - che è stata molto corretta da questo punto di vista e ha accettato l’idea. I problemi sono venuti dall’opposizione che pur non negando questo principio di Roma Capitale, ha spostato il traguardo più avanti".
Berlusconi: "Nessun contrasto" "Problemi con la Lega? - ha subito chiarito il premier Berlusconi - Quando mai...". A confermarlo il sottosegretario alla presidenza Paolo Bonaiuti nel corso di un'intervista a Italia news. "Il rapporto fra Berlusconi e Bossi è così eccellente che non occorre commentarlo", sottolinea Bonaiuti, rimarcando che "il federalismo lo abbiamo lasciato come bandiera alla Lega ma è nel nostro programma di governo" e "fa parte integrante di quel contratto che facemmo con gli elettori".
Per Bonaiuti il federalismo deve essere considerato un'opportunità perché "significa anche aver maggior vicinanza del cittadino sia alle fonti di spesa sia anche alle fonti di introito delle tasse". In altre parole si tratta, ha aggiunto, di "un controllo più diretto da parte del cittadino".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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