Il federalismo delle capre: parlano, ma solo in dialetto

Gli animali userebbero timbri diversi a seconda delle origini geografiche. Ma a differenza dell’uomo, è scritto nel loro Dna

Il federalismo delle capre:  parlano, ma solo in dialetto

«Capra, capra, capra, capra», sembra di sentirlo, Vittorio Sgarbi quando, incazzato e schiumante di rabbia, sbraita contro il malcapitato di turno, che lo ha leggermente contraddetto, quello che per lui deve essere il massimo dell’abominio umano. Essere, in qualche modo, simili a una capra. Francamente devo ancora capire perché abbia scelto un animale che, secondo gli studi degli etoloogi, risulta essere curioso, scaltro e intelligente. Non è chiaro se il malcapitato, che subisce le velenose ingiurie del famoso ferrarese, abbia similitudini psichiche o fisiche, o entrambe le cose, con la capra.
Fatto sta che, questa volta, Sgarbi deve imbarcare il violino e ammettere che ha sbagliato. Se si parla di Guido Reni è difficile che sbagli, ma quando si tratta di animali, non credo proprio sia il suo campo, come dimostra la scelta sbagliata dell’animale usato per offendere il contendente.
La capra è uno degli animali, assieme al maiale, che sono stati addomesticati in tempi lontanissimi, sicuramente oltre 10.000 anni fa e quindi risulta molto ben conosciuto all'uomo, rispetto a quelli di più recente domesticazione. Questa lunghissima vita, vissuta assieme, ha fatto in modo che l'uomo ne apprezzasse oltre alla carne al latte e alla lana, anche alcune doti che recentemente ne hanno fatto un vero e proprio pet, ovvero un animale d’affezione. Non v'è oggi parco o giardino pubblico, si può dire, che non ospiti le caprette tibetane, piccoli e simpatici animali che attirano l'attenzione dei bambini dai quali sono particolarmente graditi.
Chi ha allevato capre vi potrebbe intrattenere con numerosi aneddoti che riguardano soprattutto la loro abilità nel fuggire dai recinti. Curiose e intelligenti, se per intelligenza si intende quella biologica ed evoluzionistica e non certo la capacità nozionistica, quando intravedono un punto debole nel recinto, lo terranno gelosamente segreto, in modo che l'allevatore non si accorga di questo loro segreto, per poi ispezionarlo e allargarlo quotidianamente fino al punto da potervi accedere per fuggire. Questa, in sostanza, è la premeditazione a «delitto» e implica un grado di intelligenza strategica molto evoluta per la sopravvivenza delle specie.
Gli studiosi della Mary Queen Univeristy di Londra non a caso hanno studiato il comportamento delle capre, trovando che questi animali sviluppano un loro spiccato timbro di voce quando crescono e soprattutto quando si spostano dal loro gregge di origine per frequentare altri gruppi.
Fino a qualche tempo fa si pensava che il timbro di voce fosse quasi assolutamente di origine genetica, mentre invece queste ricerche aprono nuovi fronti sulle capacità di comunicazione all’interno di una stessa specie animale ce però vive in differenti contesti. I ricercatori inglesi, che stanno estendendo il loro lavoro ad altre specie animali, hanno stabilito, per la prima volta, che molti mammiferi possono assumere un particolare accento in dipendenza dall'ambiente che frequentano. Questa capacità si pensava, in passato, appartenesse soltanto a uomini, delfini ed elefanti.
In realtà, già alla fine degli anni 80, gli ornitologi della California University, studiando un particolare uccello americano, avevano stabilito che il soggetto nato e vissuto a Boston, aveva difficoltà a comunicare con il soggetto della medesima specie nato e vissuto a Chicago. In pratica quindi anche molti animali avrebbero i loro dialetti e le capre studiate dagli inglesi ne sono un evidente esempio. Anzi, maggiormente spiccato, perché gli scienziati hanno messo a confronto il pianto dei neonati con quello delle caprette appena nate. Si può dire che gli «strilli» dei bambini si assomigliano molto da Bolzano a Capo Passero, mentre, per quanto riguarda quelli delle caprette, già dopo pochi giorni dalla nascita, assumono caratteristiche peculiari.

Un po’ come se un piemontese, pretendesse di capirsi perfettamente con un bergamasco, parlando in dialetto.
Andrà a finire, con questa storia dei dialetti, che fringuelli e capre chiederanno il loro federalismo. Bossi ha formidabili concorrenti. Qualcuno lo avverta. In italiano.

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