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Federer liquida Davydenko e prenota il tris americano

Il numero 1 è vicino al nono titolo dello slam. In finale se la vedrà con Roddick

Lea Pericoli

Saranno Federer e Roddick i due protagonisti della finale degli US Open. Ieri Federer ha conquistato la sua decima finale in un torneo del Grande Slam. La terza consecutiva negli US Open. L’ottava dal 2004, con un’unica sconfitta subita per mano di Raphael Nadal, che quest’anno lo ha fermato a Roland Garros. Per la 136ª settimana Federer rimane al vertice della classifica mondiale. Soltanto Jimmy Connors nella storia del tennis ha fatto meglio di lui, con 170 settimane consecutive al Top.
Oggi a New York il campione svizzero tenterà di mettere a segno il record di 3 vittorie consecutive negli US Open, risultato che nessuno è mai stato capace di ottenere nel Torneo. Fino a questo momento sono 18 le partite che ha vinto consecutivamente a Flushing Meadows. Spero che questo festival di numeri sia utile a descrivere la superiorità di un campione da fantascienza. Federer, in 1 ora e 43 minuti, ha battuto Nikolai Davydenko per: 6-1,7-5,6-4. Il risultato poteva essere addirittura più severo. Il povero Davydenko «onesto lavoratore della racchetta» ha fatto un mezzo miracolo nel secondo set. Dopo uno scambio interminabile, concluso dal rivale con l’ennesima palla vincente. Si è rivolto al pubblico, per chiedere il «time out». Un gesto divertente e ossequioso nei confronti di un avversario tanto più forte. A quel punto del match Federer era in vantaggio di un set, aveva già fatto il break e poteva iniziare la grande fuga. Invece Davydenko è tornato in partita. Gli ha strappato il servizio ed ha rischiato di raggiungerlo al tie break. È stato questo l’unico momento nella semifinale in cui «Federer il Divino», che fino a qui ha perso un solo set contro James Blake, ha rischiato qualcosa.
Ben diversa è la storia del match tra Roddick e il russo Youhzny. Una furibonda battaglia risolta in 4 set. Ha vinto l’americano per 6-7, 6-0, 7-6, 6-3. Andy Roddick ritorna alla ribalta e si ripropone come sfidante dello svizzero per la terza volta, dopo due finali perse a Wimbledon. Grazie a Jimmy Connors, che ha accettato di aiutarlo a risorgere: «Non posso dargli una mano dal punto di vista tecnico perché il mio tennis è molto personale - aveva detto Connors - ma voglio essergli utile dal punto di vista psicologico». E così è stato!
Federer, come era successo negli Australian Open, non si troverà di fronte Youzhny, n. 54 del mondo, ma un vincitore degli US Open. È difficile immaginare che un eroe del passato come Jimmy Connors possa compiere il miracolo. Federer è il più forte.

Ma con Roddick in campo avremo certamente una bella finale.

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