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Federer è proprio il più grande di tutti?

Roger Federer vincendo Wimbledon diventa davvero il più grande tennista di tutti i tempi? Se lo chiedono in molti. Con la conquista di 15 slam ha superato il record di Sampras. Ma è proprio lui il tennista più forte della storia? Nicola Pietrangeli, reduce da una rimpatriata a Wimbledon, dice che l'argomento è stato motivo di discussione anche tra campioni del calibro di Laver, Borg, Sampras, Santana, Nastase. «È innegabile - sostiene Nicola - che Federer vincendo 15 prove dello Slam ha superato tutti. Questo non significa che sia lui il più forte. Cosa dovremmo dire di Laver che ha messo a segno per 2 volte il Grande Slam, impresa che non è più riuscita a nessuno?». Gli appassionati sanno che Laver trionfò nello stesso anno nelle quattro prove cominciando dall'Australia e affermandosi poi a Roland Garros, Wimbledon, Us Open. Lo fece nel 1962 poi dovette aspettare fino al 1969, quando il Tennis divenne Open, perdendo nel frattempo la possibilità di giocare la bellezza di venti prove.
Una prima chiave di lettura è la divisione che un tempo esisteva tra dilettanti e professionisti. Fino all'Era Moderna chi intascava denaro veniva squalificato dai tornei. «Pensa che in Australia - racconta Pietrangeli - Pancho Gonzales e Mervin Rose, che erano due grandi campioni, non li facevano entrare nei club perché erano professionisti. Per riuscire ad allenarsi, loro pregavano me e Sirola di dire che erano stati ingaggiati dalla Fit come nostri coach in vista della Davis. Per noi che eravamo lì senza un capitano era facile...».
Anche Santana è severo nella sua opinione: «Stabilire quanto sarebbe stato grande un tennista come Pancho Gonzales se non fosse passato professionista è impossibile. Ma ricordiamo che aveva quasi 40 anni quando rigiocò Wimbledon nell'Era Open e riuscì a battere Passarell in un match che durò 2 giorni perché non esisteva il tie break. Il primo set si concluse 24-22...». Borg sottolinea le mancate affermazioni di altri due straordinari talenti come Hoad e Rosewall, passati al professionismo giovanissimi: «Ken Rosewall aveva 38 anni quando perse in finale a Wimbledon da Jimmy Connors! Figuriamoci per quanti anni avrebbe vinto se fosse nato nell'Era Open. Nel Tempio del tennis Rosewall giocò la prima finale nel 1954 e la seconda nel 1974».
Anch'io voglio ricordare un episodio: lo stesso Borg fu penalizzato da regole assurde imposte dagli organizzatori. Ai suoi tempi oltre alle prove del Grande Slam i tennisti erano costretti a giocare un numero di tornei che lo svedese considerò eccessivi e ciò lo indusse ad abbandonare le competizioni ancora giovane. «Ogni record ha la sua storia», ribadisce Pietrangeli, che fa un altro esempio: «Io detengo il record di 164 partite giocate in coppa Davis. E allora? Non sarei d'accordo se dicessero che sono stato il più bravo di tutti quelli che hanno giocato in Davis». Poi aggiunge: «Purtroppo noi giocavamo con delle clavi, era tutta un'altra tecnica. Le racchette hanno fatto una differenza enorme». E, per concludere, fa l'esempio Jesse Owens che correva indossando scarpe da passeggio su piste di terra: «Sarebbe sbagliato paragonarlo agli atleti di oggi cercando di stabilire chi è il più forte. D'altronde era più bravo Fangio che guidava una macchina che andava a duecento all’ora o Schumacher che andava quasi al doppio?».
Adriano Panatta ha la stessa opinione: «Non credo al campione di tutti i tempi. È una tesi che non sta in piedi. Ho giocato con molti grandi del passato da Gonzales a Hoad. Parlo dell'Olimpo del tennis! La mia opinione è che nessuno ha mai giocato bene come Federer, ma non sono d'accordo che sia lui il più forte». Come vedete è una bella discussione da fare sotto l'ombrellone. Sono chiacchiere da bar, opinioni che lasciano il tempo che trovano. Io credo che lo sport abbia una sua giustizia nei confronti dei campioni: Pelè rimarrà sempre Pelè. Chi se ne frega se qualcuno sostiene che era più bravo Maradona. Quindi: viva Federer.

Peccato che nessuno ricorderà che in un pomeriggio assolato, con un inutile tetto costruito per riparare dalla pioggia, all'appuntamento sul Centrale mancava solo Rafael Nadal.

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