Tempi duri per le (tante) piccole e (poche) medie imprese del Lazio, che risentono degli effetti della crisi economica mondiale. Nel secondo semestre del 2008 gli indici rilevati hanno evidenziato un drastico calo di tutti gli indicatori economici, mentre le aspettative per i prossimi 6 mesi risultano tuttaltro che positive.
E quanto emerge dallindagine congiunturale sulle Pmi del Lazio, realizzata da Federlazio su un campione di 350 aziende e presentata ieri dal presidente Massimo Flammini e dal direttore generale Giovanni Quintieri. Per il Lazio le stime di Unioncamere parlano per il 2008 di un tasso di crescita pari a zero e per il 2009 di una decrescita dello 0,1 per cento, con riflessi pesanti sulloccupazione, come emerge dal dato di dicembre che segnala picchi eccezionali della cassa integrazione ordinaria. Il 42 per cento delle piccole e medie imprese contattate denuncia una diminuzione degli ordinativi, contro il 27 per cento di 6 mesi fa e il 23 per cento di un anno fa, con un condizionamento pesante della dinamica occupazionale.
In calo soprattutto gli ordinativi provenienti dallUE, ancor più di quelli provenienti dallItalia. Un dato che mette in evidenza la difficoltà delle imprese di relazionarsi con i mercati internazionali. Per quanto riguarda laccesso al credito, la quota delle aziende che lo hanno giudicato più difficoltoso rispetto al periodo precedente è salita dal 19 al 33 per cento, il risultato peggiore degli ultimi anni. Come si diceva, le aspettative delle imprese laziali per il prossimo semestre non sono rosee. «Il sentimento che anima gli imprenditori interpellati - ha spiegato Flammini - è che la crisi sia solo allinizio e che ancora dovranno prodursi ulteriori effetti nefasti sulleconomia».
Fattori specifici di preoccupazione riguardano i ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e delle grandi imprese, come Alitalia, la mancata chiusura della vicenda che riguarda gli hub di Fiumicino e Malpensa, la crisi delle Camere di Commercio di Roma, Latina e Viterbo, strumenti fondamentali di governo delle economie locali. «Lentità della crisi in atto è notevole - ha affermato Flammini - ma di fronte a questi dati allarmanti è comunque necessario reagire andando allattacco e non in difesa, puntando alla produttività». «E giunto il momento di pensare a fare della sopravvivenza e del rilancio della piccola e media impresa - ha aggiunto - una grande e strategica questione nazionale, cui dedicare il massimo dellimpegno e delle risorse».
Dal canto suo, Quintieri è tornato a chiedere un aiuto immediato per le aziende della Tiburtina Valley, colpite dallesondazione del fiume Aniene il 12 dicembre scorso. «Chiediamo anche la messa a norma delle sponde del fiume - ha aggiunto- perche le imprese della Tiburtina devono avere la sicurezza che tra 10 anni macchinari e capannoni non siano nuovamente colpiti».
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