Felice d’esserci ma la mia passione sono le lettrici

Del viaggio del Giornale la cosa che più mi ha indispettito è stata l'impossibilità di stare con tutti i settecento e passa lettori imbarcati sulla «MSC Armonia». Ero lì per quello, per conoscere, discorrere, stringere la mano di ciascun lettore (e lettrici, ovviamente: io le mie lettrici le amo una per una). Sì, ci sono state le riunioni collegiali nel teatro galleggiante e navigante, ma non è la stessa cosa. La prossima volta mi attrezzerò meglio, chiederò di poter disporre, al ristorante, di un tavolo più grande, capace di accogliere almeno otto commensali, che è il numero perfetto per poter intrecciare conviviali conversazioni. E alternerò il bar - altro luogo ideale per far conoscenza e scambiare due chiacchiere - aperto ai fumatori a uno di quelli dove il fumo è tabù. Perché sì, il piacere di stare coi lettori compensa di gran lunga il sacrificio di rinunciare alla sigaretta. Questo farò la prossima volta e altro mi inventerò lì per lì perché non è che sia insensibile ai richiami culturali che con le sue escursioni a terra una crociera offre; non è che sia insensibile alle attrattive a bordo e nemmeno al dolce far niente cullato dalle onde del mare. Ma, ripeto, se partecipo a un viaggio del Giornale è per stare insieme ai lettori e entrare in confidenza con loro. Figuriamoci se ho mai dubitato dell'assunto di Montanelli sui lettori nostri veri padroni. Certo che è così. Ma io voglio che oltre ad essermi padrone, il lettore mi divenga amico. E non semplicemente «amico di penna» attraverso il mio «Angolo», che pure è già una bella amicizia.
Sono più di dodici anni che quotidianamente - salvo i giorni in cui, per festa comandata, i quotidiani non escono - intrattengo un colloquio diretto con voi. Ebbene, mi manca qualcosa. Chissà se qualcuno ha letto (o visto la sua versione cinematografica) «84 Charing Cross road» di Helene Hanff, l'americana amante della letteratura che intrattenne un rapporto epistolare, durato vent'anni, con Frank Doel, il titolare di una libreria antiquaria di Londra. La loro finì per diventare una amicizia vera, profonda, come sempre accade quando il legame si basa sull'affinità di sentimenti, sulla schiettezza, il disinteresse e la reciproca stima. Ma entrati in confidenza i due protagonisti - la storia è vera, i personaggi sono reali - presero a fare progetti, che il caso poi volle non andassero a buon fine, per incontrarsi. Volevano perfezionare l'amicizia guardandosi negli occhi. Prendendo un the insieme. Volevano conoscersi, insomma. I viaggi del Giornale colmano, alla grande, la lacuna ed ecco perché, alla loro ripresa, vi ho aderito non solo con piacere, ma con entusiasmo.

E ora che è tempo di bilanci posso dire in tutta sincerità che sono stato felice di stare con quanti (e quante. Lo ripeto, ho un debole per le lettrici) hanno partecipato alla crociera in Grecia. Gran bella e simpatica e brava gente, i nostri lettori.

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