Stile

Da Felice in Galleria a Milano ti senti in vetta al mondo

Presto aprirà il nuovo elegante locale di Lobasso. E sui Navigli arriva Lume

Dominique Antognoni

Sarà anche vero che l'attesa stessa è piacere, come ci insegna lo slogan pubblicitario. Però i food lover non riescono più a contenere il desiderio spasmodico di sedersi all'ultimo piano della Galleria Vittorio Emanuele, laddove aprirà il nuovo regno dell'eleganza, il ristorante di Felice Lo Basso. Manca una settimana, mentre per l'apertura di Lume, locale dello sofisticato Luigi Taglienti, sui Navigli, in Via Watt, dove prima c'erano le fabbriche Richard Ginori, i sognatori gourmet dovranno pazientare qualche giorno in più. Lo chef savonese, da sempre innamorato dall'odore delle foglie di limone, sa nascondersi, suscitando il desiderio e l'illusione con le sue breve apparizioni, prendiamo per esempio Taste of Milan, evento fantasmagorico dove nel weekend farà sospirare le sue fan, perché si sa, la gran parte della sua clientela è femmina, merito del suo fascino tenebroso. Piccolo consiglio, al The Mall cercate di catturare i piaceri dei suoi piatti, ispirate a fondo per godervi la poesia, perché probabilmente sono un'anticipazione di quello che potrete assaggiare nel suo ristorante di forte impronta italo-francese e con una conduzione manageriale statunitense. Istintivo e razionale, grande fan di Yannick Allenò, perennemente innamorato dalle tradizioni, Luigi tiene segreto il menù e concede pochi indizi: «Si tornerà alle origini della cucina». Da Felice, all'ultimo piano della Galleria, ti senti in vetta al mondo, anzi, lo sei. Guardi Piazza Duomo dall'alto, puro incantesimo, luogo che richiede lumi di candele. L'arrivo di Lo Basso è il primo tassello di un progetto ambiziosissimo, il più folle d'Europa e non solo, un progetto targato Alessandro Rosso, colui che ha aperto, ormai otto anni addietro, il primo albergo sette stelle nel vecchio continente, all'interno della Galleria Vittorio Emanuele. Ora l'intenzione è di proporre avventure gastronomiche straordinarie agli ospiti delle costosissime suites all'interno della Galleria stessa. «Sette stelle Michelin per sette stelle alberghiere», questa l'idea che farà diventare Milano il centro di gravità della cucina mondiale, una specie di sogno interminabile in pochi metri quadrati. Felice apre giusto in tempo per confermare la stella Michelin e per inseguire la seconda già l'anno prossimo. «Farò assaggiare una cucina molto pugliese con qualche tocco milanese, metterò l'accento come sempre sulla materia prima, lavorata il meno possibile. Poco futurismo, tanta sostanza».

I piatti forti? Sicuramente la cotoletta rivisitata, ovvero alleggerita, elegante, impanata con il pane del tramezzino, fatto a cubetti. Poi ci sarà lo spaghetto con pomodoro infornato, ricotta salata pugliese, ovvero la ricetta di mia madre. Non mancherà un grande classico, il risotto alla parmigiana, con sotto la crema di melanzane e sopra la polvere di pomodoro. 25 posti fuori (la più bella vista di Milano, in assoluto), 35 all'interno, tavoli ovali, sedie eleganti, piatti francesi (Bernardaud, Hering, Stockmans), mentre i bicchieri saranno stile retrò. E poi ricordate questo nome, Nino Ferreri, il braccio destro di Felice, palermitano dall'animo gentile e dalla mano decisa.

Che i sogni abbiano inizio.

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