Felici ma un po’ schizzati Così il web ha cambiato il nostro modo di pensare

L’E-MAIL MI HA SALVATO
Claudio Risé
Psicanalista
222
GERARCHIE ABBATTUTE
Luca Beatrice
Prima di tutto internet ha cambiato radicalmente il mio modo di scrivere. Il web, dopo aver modificato il tempo della scrittura, ne ha modificato anche lo stile, come se avesse riattualizzato all’improvviso il cut-up di Burroughs, portando così il post moderno alla sua sua massima estensione. È quasi la fine di quella mentalità sequenziale, che la scuola ci ha sempre insegnato: oggi è più il tempo di una scrittura e di uno studio rizomatico, non gerarchico, in cui si può prendere un concetto e con esso andare ovunque, senza il peso delle cosiddette «basi del passato». Dal punto di vista del lavoro d’arte, Internet ha soppresso i concetti più elementari di spazio e tempo, di alto e basso, sacro e profano. Il lavoro artistico è oggi terra di nessuno, viaggia ovunque. Tutto questo, però, mi richiede ancora più attenzione nel cogliere quelle fortissime identità che ancora continuano a formarsi su Internet, che non può certo ridurre l’arte a un magma di perenni work in progress.
critico d’arte
222
CI VUOLE PRUDENZA
Giovanni Reale
Discutevo di Internet con degli studenti entusiasti. Uno di loro mi dice: «Ma sa che l’intera biblioteca di Oxford verrà messa on line? Non è meraviglioso?». E io gli ho risposto: «Sì, d’accordo, ma dal momento che sarà messa su Internet lei che uso è in grado di farne?». Il Web in una ricerca scientifica e filologica va usato con estrema prudenza, ed è così che lo uso io. Se mi ha cambiato? Certo, il fruito provoca sempre un mutamento nel fruitore. Per me il mutamento è stato molto limitato, ma vedo che nei giovani provoca danni: l’oggetto diventa immagine, e perde il suo spessore ontologico, la sua consistenza; gli incontri tra soggetti durano poco, il dialogo profondo scompare; il rapporto con se stessi finisce in una semplificazione di tutti i problemi. Internet ha creato poi un’altra disgrazia: la perdita del rapporto con il maestro, con l’auctoritas, oltre che con le fonti originali. Non bisognerebbe insegnare come usare Internet, ma come evitare gli svantaggi che porta con sé.
filosofo dell’antichità
222
NUOVA SCRITTURA
Giuseppe Genna
Da un lato Internet ha reso il mio pensiero più veloce, il che è un difetto. Il pensiero fibrilla, va su se stesso, gira a vuoto, si spezzetta in tanti frammenti, ha paura se è off line, ed è costretto ad affrontare le relazioni tra le cose in un modo più superficiale e allo stesso tempo più esteso. Il web è una nuova dimensione della scrittura: ma questo richiede uno sforzo del pensiero per far diventare questa dimensione una sorta di piazza arredata dal Bernini, e non un coacervo di idee e stili. Il rischio di schizofrenia è forte: luce e ombra, contemporaneamente. Non credo ci sia qualcuno che scriva ancora off line. Io ho sempre il Web sotto il programma di videoscrittura e rischio costantemente di essere sedotto dall’incredibile onda anomala di possibilità esotiche, stravaganti, che posso cogliere in Rete. Ciò sortisce su di me un fascino così profondo che alcune suggestioni sono in grado di entrare, anche se c’entra poco, in quello che scrivo. Serve un pensiero rigoroso, per governare questa cosa. Internet è buddista, poiché tutto in esso è transitorio e impermanente. Ed è anche demoniaco. Sul web siamo tutti apocalittici e integrati.
romanziere
222
TRIONFO DEI VOYEUR
Massimiliano Parente
Internet non ha cambiato il mio modo di pensare, piuttosto quello di interagire con il mondo e, soprattutto, di escludermi dal mondo. Preferisco scambiare mail, sms o posta su Facebook con i miei lettori o perfino con conoscenti e amici piuttosto che vederli. Internet è una protesi corporea e ubiquitaria, e ha sconvolto perfino le dimensioni sessuali individuali, portando allo scoperto le ossessioni di ognuno, perché ognuno vuole vedere e essere visto. Alcuni amici mi dicono che ne sono dipendente, e allora? La vita è una dipendenza. Quindi se vado in un posto devo sapere due cose: se ci sono farmacie vicine, e se c’è segnale internet. Se mi chiedessero se preferisco stare un mese con una gamba ingessata o un mese senza iPhone scelgo la gamba ingessata. Del resto neppure da piccolo ho mai percepito la differenza tra virtuale e reale, e se avessi dovuto scegliere se rinunciare al sesso o alla masturbazione avrei fatto a meno del sesso. Internet è una grande rete di masturbazione globale, il perturbante della comunicazione, i surrealisti ne sarebbero andati fieri. Per me è un muro di protezione e di voyeurismo estremo, e un alibi per non esserci senza sentire la mancanza di me stesso.
scrittore
222
CREA DEMOCRAZIA
Riccardo Luna
Ad aprirmi gli occhi sul senso profondo di Internet è stata Rita Levi Montalcini, un anno fa. Lei stava per compiere cento anni. Le chiesero: «Qual è stata la più grande invenzione del ’900?». Risposta: «E me lo domanda? Internet». Lì ho cominciato a riflettere sul fatto che Internet non è più una rete di computer, ma una rete di persone. E per questo è diverso da tutti i media che l’hanno preceduto. Mai prima di oggi l’umanità ha avuto a disposizione una piattaforma universale per comunicare, condividere la conoscenza, fare impresa. E tutto ciò - questa conversazione infinita - crea una cultura che ci rende migliori. Internet è la prima «arma di costruzione di massa» e per questo con le altre edizioni di Wired, più Shirin Ebadi, Umberto Veronesi e Giorgio Armani il 20 novembre ho lanciato una campagna mondiale per far dare alla Rete e ai suoi padri fondatori il prossimo Nobel della Pace. E da allora, ogni giorno, qualcuno nel mondo ha firmato il nostro manifesto. Qualche giorno fa si è aggiunto anche Nicholas Negroponte, l’uomo che per un ventennio dal MediaLab del Mit ha previsto il futuro meglio di tutti. Per questo prevedo che prima o poi Internet ad Oslo ci arriverà davvero.
direttore di Wired
222
NON SERVE ALLA PACE
Stefano Moriggi
Per chi come me si dedica alla ricerca, il Web 2.0 ha rappresentato il «naturale» prolungamento (e potenziamento) di quella circolazione di idee che già all’epoca della rivoluzione copernicana ha consentito alla scienza moderna di strutturarsi come sapere pubblico, rivedibile e controllabile. Internet è la riscrittura tecnologica del sapere (non solo scientifico) come patrimonio pubblico. Una tecnologia democratica? Parole grosse, soprattutto se non ci si decide a concepire tecnologia e scienza anche come strumenti concettuali e pedagogici per chi voglia vivere e pensare da cittadino in un mondo espanso ben oltre i suoi confini fisici; e se - confondendo entusiasticamente evoluzione con progresso - ci si illude che lo strumento in sé induca a pensare pace e libertà.
storico della scienza
222
È GIÀ SUPERATO
Vittorio Bo
Ci vorrebbe un neuroscienziato per sapere quanto Internet ha influenzato i collegamenti concreti tra i miei neuroni. Ma certo la Rete cambia ogni giorno i miei e i nostri comportamenti, i nostri pensieri, lo sviluppo dei contenuti, quindi anche le nostre professioni. Quanto il Web è oggi una nostra protesi e il nostro intelletto una protesi del Web? Certo la struttura ancora più intelligente di tutte rimane il cervello umano, ma ho notato come anch’io, sotto l’influenza della Rete, abbia iniziato a lavorare molto di più in multitasking. È cambiata pure la mia fruizione delle informazioni, sempre più calibrata su interessi miei personali e professionali. Ma se Internet mi servisse solamente per aggiornarmi sarebbe pericoloso. Se apro un libro, capisco che c’è una dimensione di interiorizzazione dei contenuti molto più profonda. Ad ogni modo, sono d’accordo con John Brockman della Edge: Internet è ancora un «old media», un mezzo vecchio. Siamo solo all’inizio.
presidente di Codice edizioni
222
INGHIOTTIRÀ LA TV
Giorgio Gori
Internet ha cambiato più il mio modo di vivere che di pensare. Anni fa mi sono affacciato alla posta elettronica con grande diffidenza, ma oggi vivo perennemente connesso, attraverso il computer o il Blackberry. Ciò porta vantaggi: l’istantaneità del rapporto con gli altri e l’essere sempre nella condizione di comunicare. E uno svantaggio: 365 giorni all'anno, notte e giorno, la mia quotidianità è punteggiata da e-mail. Sono comunque d’accordo con chi voleva assegnare a Internet il premio Nobel per la Pace, poiché è una risorsa di democrazia concreta, reale. Aggiungo che oggi noi televisivi siamo in grado di sapere e vedere in tempo reale sulla Rete tutto ciò che viene trasmesso a ogni latitudine. Ciò comporta un’accelerazione e una competizione inedite tra case di produzione televisiva. Una previsione, al netto di tutti le possibili innovazioni tecnologiche: Internet si appresta a inghiottire la Tv, a farne un sostanzioso boccone. I due mezzi andranno a convergere e il più nuovo, Internet, ingloberà il più datato, la Tv.
amministratore delegato Magnolia
222
IL WEB È PROGRESSISTA
Marcello Veneziani
A proposito del Web sono convintamene progressista. Ha cambiato in meglio le modalità del mio pensare e del mio scrivere, mi ha offerto la possibilità di plasmare la materia della scrittura e di avere allo stesso tempo sottomano il mondo e la vastità delle sue connessioni. Ci sono degli effetti collaterali di tutto questo, è ovvio, ma credo che si debba benedire la possibilità di esprimere, come accade in Rete, la propria solitudine all’interno di una così popolata moltitudine. Il principale pericolo del Web è il monoteismo della tecnologia, la convinzione che la ricerca on line possa sostituire tutte le altre forme di correlazione e di approfondimento culturale, ma una volta evitato questo, Internet rimane formidabile affiancato ai libri, ai quotidiani e alle relazioni de visu. Il primo dono che mi ha fatto Internet è quello di poter scrivere nei luoghi dove desidero essere in un dato momento, spesso in viaggio. Il secondo dono è stato quello di poter portare con me perlomeno un estratto della mia cultura e persino della mia biblioteca.
saggista
222
DELLA RETE NON MI FIDO
Stefano Zecchi
I miei saggi li scrivo ancora con la penna. Gli articoli li detto. Di Internet non mi fido. In genere, preferisco andare in biblioteca, e il mio uso del Web si riduce all’identificare in quale biblioteca d’Europa si trova un determinato libro. L’essenza della questione è che tutta questa massa di informazioni non porta mai all’essenziale. L’importanza esagerata che si dà a Internet mi sembra molto indotta. Soprattutto, vedo in essa l’altra faccia del conferentismo, questa ossessione di oggi per ogni tipo di dibattito, conferenza, convegno. Da un lato c’è il Web, un mondo ossessivamente virtuale, dall’altro un mondo che cerca ossessivamente di incontrarsi. Un eccesso di virtualità che si compensa con un eccesso di corporeità. Il mondo scientifico ha più bisogno di questo tipo di comunicazione e di veloce scambio dei risultati, quello filosofico meno. Con Heidegger o Husserl, è meglio lasciare che le cose sedimentino a lungo.
professore di estetica
222
PROTESI EMOZIONALE
Gianluca Nicoletti
Internet non ha mai cambiato il mio pensiero, però mi ha aiutato in maniera formidabile a corroboralo attraverso il giudizio altrui. La rete è la naturale espansione dei miei limiti spazio temporali, non potrei risolvere in maniera acconcia la mia equazione esistenziale se non avessi capito che vivo un’epoca in cui le mie risorse biologiche necessitano di un upgrade abbastanza radicale. La Rete è una protesi emozionale per espandere la mia necessità di relazione, oltre le angustie che deriverebbero da limiti geografici, anagrafici, sociali ed emotivi. Mi piace osservare la mia evoluzione consapevole in questa fase in cui il Sapiens sapiens, grazie all’accelerazione tecnologica, è un punto di passaggio verso la fase successiva della sua umanità. Grazie al Web mi piace inoltre sperimentare una nuova qualità del tempo, fatta di molteplici tempi sovrapponibili e sovrascrivibili. Tanti tempi quanti sono i terminali attivi che collego alle mie sinapsi. Tanti per quanta massa della mia memoria biologica riesco ad organizzare nelle periferiche che appoggio nei miei spazi attivi on line.
conduttore radiofonico e televisivo
222
IL TEMPO ACCELERATO
Elisabetta Sgarbi
Penso che Internet abbia provocato una forte accelerazione dei tempi di domanda e di risposta. Un fatto positivo, da un certo punto di vista. Come diceva il metafisico inglese Andrew Marvell, «sebbene non si possa obbligare il nostro sole a fermarsi, possiamo tuttavia obbligarlo a correre». Ma non si può fare a meno di rimpiangere quella «lentezza» cui eravamo costretti quando il lavoro editoriale in sé, ma anche il rapporto sempre complesso con gli autori, non era consegnato alla fugacità di uno scambio velocissimo di e-mail. Lo stesso vale per la lavorazione redazionale dei libri: troppa fretta, acuita dal riferimento ai sostegni informatici, a volte induce margini di errore. Bisognerebbe insomma trovare il modo di «fermare il sole» o meglio «rallentare il sole», senza però perdere la positività dei nuovi mezzi di comunicazione. Perché un elemento positivo c’è. Internet è ormai una grande enciclopedia. Tutto è a disposizione nell’immediato, accessibile a chiunque, anche se ciò non evita l’approssimazione. Oltre a questo, debbo dire che ciò che va perduto - questa è un’osservazione neoromantica - è l’aura del confronto personale.
direttore editoriale Bompiani
222
UNA DISCOTECA IN BORSA
Caterina Caselli
Per ora Internet ha messo in ginocchio l’industria della musica... non bisogna mai dimenticarselo. Tuttavia sarebbe sciocco per me negare che il digitale e la Rete mi sono anche di grande aiuto, non solo perché la miniaturizzazione dei players mi consente di portarmi in borsa intere discoteche. Ma anche e soprattutto perché mi aiutano nella fase della pre-produzione, dove chi si muove in una logica internazionale come me deve continuamente ascoltare proposte di nuovi brani, testare arrangiamenti, sperimentare possibili accoppiamenti di voce fra artisti e interpreti che operano con un oceano in mezzo.

La qualità della banda larga e l’evoluzione tecnica dei file audio tipo pro-tools oggi rendono possibile questa attività a costi inferiori a prima: meno spostamenti di gruppo e tempi di elaborazione e di decisione più rapidi. Invece uso poco la Rete per selezionare nuove proposte. Nulla può sostituire il contatto visivo con chi si propone.
cantante e produttrice cinematografica

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica