Feltri e Montanelli? Fratelli (litigiosi) d’Italia

Nella trasmissione di Minoli stasera su Raidue la storia del nostro Paese rivive in un gioco delle coppie: i grandi di ieri raccontati dai grandi di oggi

Feltri e Montanelli? 
Fratelli (litigiosi) d’Italia

Roma - Montanelli secondo Feltri. Feltri visto da Montanelli. Due giornalisti di rango per raccontare cos’è l’Italia e di quali «figli illustri» possa questo Paese andare fiero. L’accoppiata Montanelli-Feltri è stata scelta per inaugurare la trasmissione Fratelli d’Italia, condotta da Annalisa Bruchi. Un programma voluto da Giovanni Minoli per i 150 anni dell’Unità d’Italia e incentrato sul racconto di due vite in parallelo. E che fondamentalmente si preoccupa di rispondere ad alcune domande: chi sono i padri della patria? Chi sono veramente i protagonisti della nostra storia passata e presente? Le risposte, attraverso interviste di 50 minuti a grandi personaggi, anche se i protagonisti in realtà sono due, entrambi importanti, che hanno contribuito a fare grande l’Italia, con il loro impegno di artisti, manager, politici, scrittori, filosofi, sportivi, musicisti. Il primo è un nome del passato. Attraverso il racconto della sua storia, tra pubblico e privato, si racconta anche la storia del «collega» presente in studio. Stesse materie, stesse discipline, due vite a confronto tra presente e passato. Enrico Mattei e Paolo Scaroni, Indro Montanelli e Vittorio Feltri, Luchino Visconti e Giuseppe Tornatore, Gabriele D’Annunzio e Vittorio Sgarbi, Maria Montessori e Mariastella Gelmini. Questi gli accoppiamenti delle prime puntate. Si inizia proprio nel segno del Giornale. Questa sera alle 23.30 (Rai Due) Indro Montanelli rivivrà attraverso la testimonianza di Vittorio Feltri. Pacato nei toni e divertente nei racconti (alcuni inediti), Feltri ricorda tra l’altro il primo incontro con Montanelli. Davanti alle telecamere di Fratelli d’Italia Feltri rievoca, tra l’altro, l’assunzione alla Notte, con il direttore Nino Nutrizio che lo accolse con queste parole: «Se l’Eco di Bergamo, che è il giornale più brutto del mondo, non vi ha ancora assunto, ho il sospetto che siate cretino». È però nel segno del grande Indro che si accende la passione per il giornalismo nel giovane Vittorio. È infatti Montanelli che Feltri indica come «motore» principale del suo destino professionale. «Da ragazzino - spiega nel corso dell’intervista - quando mi portavano dal parrucchiere c’era sempre da attendere. E nel frattempo si dava un’occhiata ai giornali. Mia madre mi metteva in mano La Domenica del Corriere e lì c’era la rubrica famosa di Montanelli, “La stanza”, e per me un giornalista che avesse una stanza tutta sua era per forza di cose molto importante. Cominciavo allora a sognare e pensavo: “Chissà che anch’io...”».
L’intervista a Feltri è alternata a piccoli «ritratti» di Montanelli firmati da Aldo Cazzullo, Giordano Bruno Guerri e interventi di Mario Cervi. Osando un paragone tra le due celebri penne che hanno diretto il Giornale, Cazzullo rivela: «Se c’è qualcosa che divide Montanelli da Vittorio Feltri è che a Feltri i suoi lettori piacciono. Invece a Indro Montanelli i suoi lettori non piacevano sino in fondo, o meglio non gli piaceva quel che erano diventati. Lo si vide quando a fine carriera fu abbandonato da molti di loro».Dagli archivi televisivi i curatori del programma (la stessa Bruchi e Giancarlo Di Giovine) pescano anche un Montanelli particolarmente critico con la sua creatura: «Il Giornale di Feltri non lo guardo nemmeno - commenta Montanelli -. Mi sento come un padre che ha il figlio drogato e preferisco non vedere». E la replica di Feltri è altrettanto puntuta: «Cioè pensava a se stesso perché se c’è stato qualcuno che per tutta la vita è riuscito sempre ad assecondare il suo pubblico è stato lui. Solamente all’ultimo momento, quando ha fatto La Voce, non ha assecondato i suoi lettori e i suoi lettori gli hanno voltato le spalle»
C’è spazio anche per un autoritratto («Come mi definisco? Non ho mai pensato di trovare una definizione perché cambio umore spesso, cambio anche idea, come tutti quelli che magari ne hanno qualcuna.

Sicuramente sono un conservatore che odia i conservatori») e per il privato di Feltri che si emoziona ricordando Oriana Fallaci e ascoltando le parole del figlio Mattia, che, per la prima volta, gli dice quanto sia stato importante il suo esempio per lui e le sue sorelle.

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