Allattività di narratrice, Gina Lagorio associò quella di acuta saggista. Fra i suoi lavori più significativi, senza dubbio quelli dedicati a Beppe Fenoglio (biografia critica di uno fra i maggiori autori italiani del Novecento), a Sbarbaro: un mondo spoglio di esistere, a Russia oltre lUrss e a Il decalogo di Kieslowski. Piemontese di nascita ma profondamente innamorata anche della Liguria, la scrittrice fino allultimo si è dedicata al lavoro. Nel libro che da poco aveva consegnato alleditore Garzanti (e che si intitolerà Capita) racconta, con estremo coraggio e lucidità, il calvario della sofferenza fisica e mentale (due anni fa era stata colpita da un ictus).
A Gina Lagorio non faceva certo difetto lironia. Lo dimostrò alcuni anni fa quando, fatta oggetto degli strali del tg satirico Striscia la notizia che aveva preso di mira il suo libro Lelogio della zucca, non se ne ebbe a male, e anzi volse la burla in una seria riflessione sullo scrivere, affermando di voler elogiare «tutto quello che è autentico e generoso in un mondo che lo è sempre meno».
Da Fenoglio allelogio della zucca
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