«La via per fermare i disonesti? Rivedere la legge Bossi-Fini»

Restano 400mila lavoratori irregolari

«La via per fermare i disonesti? Rivedere la legge Bossi-Fini»

«Forse il Parlamento deve cominciare a ragionare sulle forme della regolarizzazione, per trovare percorsi più continui ed evitare di ricorrere a procedure di emersione straordinarie». Mario Morcone, il capo del dipartimento dell’immigrazione del Viminale esprime la sua opinione dopo aver osservato i dati sull’ultimo provvedimento per badanti e colf. E lancia un chiaro messaggio al mondo politico.
Prefetto Morcone, esiste un’alternativa a sanatorie e «click day»?
«Nessun provvedimento è perfetto. Bisognerebbe intervenire sulla legge Bossi-Fini, valutando come garantire percorsi di ingresso nel Paese più continui e stabili, evitando così provvedimenti occasionali».
Queste parole confermano che la regolarizzazione delle badanti rivela aspetti poco chiari. Molti hanno aggirato l’ostacolo e sistemato chi badante non è?
«Queste maxi sanatorie aprono sempre spazi a i furbi. È sempre accaduto, ma ovviamente è un fenomeno da colpire».
E cosa si può fare per evitarlo?
«Noi abbiamo il dovere di verificare la conformità della documentazione prodotta dalle parti alle norme. Non possiamo fare indagini, ipotizzare retroscena che allo stato non emergono. Certo, quando si fanno queste grandi operazioni, c’è sempre il tentativo di qualcuno di risolvere il proprio problema in modo indiretto, aggirando la legge».
A Roma hanno scoperto badanti-uomini a fare i venditori ambulanti.
«Questa cosa non mi stupisce. Noi però dobbiamo verificare la correttezza della domanda. A noi interessa che un datore di lavoro abbia pagato i 500 euro e un clandestino diventi un lavoratore dipendente. Questo fa emergere il sommerso, fa pagare i contributi, è un problema risolto. Se poi il lavoratore cambia mestiere e apre una bancarella a noi non interessa più. O meglio, sappiamo che una persona è emersa dal lavoro nero ed è rientrato nei binari della legge».
E se una signora dichiarata badante finisce sul marciapiede?
«Se la signora ucraina o romena la troviamo a fare la prostituta sarà espulsa. Il permesso di soggiorno glielo togliamo».
Ma questo discorso va a discapito di chi invece lavora in nero e non è riuscito neppure a farsi dichiarare badante.
«Quello del lavoro nero è un tema delicato e sono sicuro che Parlamento e governo se ne occuperanno. È una questione che verrà discussa.

Attualmente si stimano intorno ai 400mila lavoratori irregolari».
Lei aveva suggerito di estendere la sanatoria anche ad altre categorie di lavoratori.
«Sarebbe utile. C’è una vasta area di irregolarità in alcuni segmenti lavorativi, come l’agricoltura e l’edilizia».

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