Ferrante non entra nel gruppo unico all’opposizione

Ds e Margherita uniti a Palazzo Marino. Nasce il gruppo unico Ds-Dl come «primo momento nel percorso di costruzione dell’Ulivo in città». E la lista Ferrante? Va da sola, con i suoi quattro consiglieri e sempre da sola sarà anche nei consigli di zona. Sorpresa fatta dall’ex prefetto, «sicuramente pure io farò parte del consiglio comunale», al centrosinistra meneghino a cui aveva garantito disponibilità a un ingresso nel gruppo unico. Scelta che, chiosa Pierfrancesco Majorino, «può rimanere aperta in prospettiva. Si può lavorare insieme all’opposizione». E mentre i quattordici rappresentanti Ds e Margherita si ritrovano giovedì per eleggere il capogruppo - probabilmente, la diessina Marilena Adamo che ha raccolto 4.219 preferenze -, lo sconfitto Ferrante non pensa affatto a voler guidare l’opposizione in consiglio comunale: il suo futuro è «creare un’alternativa al centrodestra» che spera di incarnare diventando punto di riferimento nazionale del centrosinistra. Obiettivo ambizioso che l’ex inquilino della Prefettura spera di mettere a segno fuori dall’aula consiliare, giocando cioè un ruolo da protagonista con le forze sociali, economiche e politiche cittadine da riversare poi in sede nazionale.

Prospettive di ampio respiro per chi, ricorda Filippo Penati, è arrivato persino a promettere «l’inverosimile proposta delle pensioni comunali integrative» ovvero un residuo di welfare assistenzialista e caritatevole in cambio dei consensi. Memoria di campagna elettorale che ancora pesa nel centrosinistra.

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