Ferrara vuole il trono di Santoro Ma per la sinistra è un affronto

Ferrara vuole il trono di Santoro Ma per la sinistra è un affronto

Un putiferio. Un pandemonio. Guai, vade retro Ferrara. Intervenga il sindacato. Si pronunci la Vigilanza, il Cda Rai. Scenda in campo l’Ordine dei giornalisti, l’Agcom, la cavalleria, l’aeronautica perché no? La proposta fatta dall’Elefantino al direttore generale Lorenza Lei di un programma di attualità per il giovedì sera di Raidue, nell’orario e nel canale già di Michele Santoro, ha provocato una levata di scudi. Le opposizioni protestano, strillano, si sgolano. Ha già Qui Radio Londra, adesso vuole anche un talk show in prima serata. «Si completa il piano di occupazione del servizio pubblico», accusa l’Idv (Pancho Pardi). Semmai «la Rai compri il programma di Santoro», provoca il Pd (Matteo Orfini). Più propositivo Roberto Rao (Udc): «L’autocandidatura di Ferrara è una coraggiosa guasconata dopo il risultato di Qui Radio Londra. Ne aspettiamo altre. Poi sarà la Rai a decidere».
La notizia, anticipata dal Fatto quotidiano di ieri, è stata spiegata da Ferrara stesso sul Foglio.it. «Non è che abbia libido televisiva, ma lo sfizio di fare una cosa nelle intenzioni bella, a vocazione di servizio pubblico, e naturalmente al completo servizio di Berlusconi e di Lavitola - scherza ma non tanto l’Elefantino - è stato superiore alla mia pigrizia». E dunque, tutti a sbarrargli il passo prima ancora che la direttora generale abbia risposto alla proposta, peraltro da lei stessa sollecitata. In Rai, infatti, sono tutti lì a scervellarsi. A cominciare dal povero neodirettore del secondo canale Pasquale D’Alessandro, perennemente in riunione. Che si fa il giovedì sera? Ci mettiamo un talent show. Disastro! Allora ci mettiamo un telefilm. Un altro? E così, mentre a Raidue restano riuniti, La7 ha varato Piazzapulita e la prossima settimana Santoro tornerà in onda con il suo Servizio pubblico. Finalmente ora ci si accorge che la soluzione potrebbe essere il solito uovo di Colombo. C’è da colmare un vuoto, un’assenza. Ci vuole una presenza, anche fisica. Un istrione, un gran giornalista. Ebbene sì, da una faziosità a un’altra. Ferrara aveva visto che, dopo una puntata di prova, Gianluigi Paragone era tornato in seconda serata. E così ha rotto gli indugi suggerendo «una trasmissione dal titolo provvisorio L’esame. Inviterei politici, intellettuali, uomini e donne ferrati nei campi dell’attualità, al fine di condurre insieme sul piano di parità, una conversazione in cui protagonista è ciò di cui si discute, che va spiegato e trattato in controversia, in civile disputa, appunto un esame e controesame». Niente pubblico in studio per evitare fischi e claque. Pochi servizi esterni, scenografia essenziale, «costi molto contenuti», niente «spirito gladiatorio». Ma la presenza di un sondaggista che, attraverso un focus group o un panel di spettatori a casa, dovrebbe organizzare «il famoso tribunale dell’opinione pubblica» che alla fine delle due interviste di mezz’ora l’una realizzate dallo stesso Ferrara, emetta un verdetto finale su chi ha ragione e chi no. Insomma, il «format», magari un tantino asettico per una prima serata, Ferrara ce l’ha in testa bello chiaro. Ma il presidente della Rai Paolo Garimberti, forse perché all’oscuro di tutto, mimetizza col burocratese il suo niet: i progetti vanno «valutati nell’ambito dell’equilibrio complessivo della programmazione e non sulla base di gossip o autocandidature». In realtà, l’idea di spostare Ferrara al giovedì sera su Raidue l’aveva già suggerita Mauro Mazza, direttore di Raiuno, nella sua ultima audizione in Cda.
Comunque sia, ora il treno è partito e se son rose... Ferrara parla di «un’esperienza presumibilmente breve, un contrattino di sette settimane e poi via, in fuga tra le rovine di Raidue, dopo aver distrutto Raiuno», ironizza. E lo share? Probabilmente sarà dello «0,000000000001 per cento», gigioneggia ancora il direttore del Foglio.

Si sa, il confronto con Annozero sarà inevitabile. Ferrara con Santoro, suo predecessore. Ma anche, con molta probabilità, Ferrara con Santoro, suo competitor contemporaneo. Un bel match anche per un animale televisivo come Giulianone.

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