nostro inviato a Hockenheim
Fuori, nella grande hall del motorhome air-conditioned della Renault, sta in bella mostra la torta per i 25 anni di Alonso. Il patron e il pilota escono dai loro salottini air-conditioned giusto il tempo per accontentare sponsor e fotografi, giusto per un paio di sorrisi, giusto per soffiare stancamente sulle candeline di un compleanno che doveva essere più bello e che bello non è. Perché la Ferrari vola e loro sono lontani, settimo tempo, una vita. Sul grande dolce spicca la panna e poi il pan di Spagna, cè addirittura una Renault di glassa e cioccolato che vorrebbe addolcire gli animi, ma non può. Perché la Ferrari vola. Nella testa di patron Briatore e Alonso battono forte quello Schumi secondo al via e quel Massa terzo, ma più di tutto batte, pulsa e fa male quel Kimi Raikkonen a sorpresa in pole con la rediviva McLaren. Lui sì, davvero inaspettato, davvero terzo incomodo, davvero terzo ferrarista in pista, per cui pericoloso, temibile, insidioso. «In Canada, prima che si ritirasse, stava per togliere punti a me, spero faccia lo stesso con Fernando», dice Michael Schumacher, «perché Kimi così veloce ci può aiutare, tanto più visto dove si trova Fernando». Per questo Briatore non sorride, per questo Alonso non ha voglia di compleanni. Perché la Ferrari vola e non solo lei.
Lo intuiscono alla Renault, lo sanno sugli spalti, in tribuna, nel paddock: nel Gp di casa Schumacher, nella corsa che più delle altre deve e potrebbe riaprire completamente questo mondiale finalmente bello («possiamo fare un grande passo in avanti nel campionato», confida infatti Michael), non si può non pensare che il finlandese in odore di Ferrari non diventi larbitro involontario del mondiale. Lo dice la posizione in griglia, lo dice quella terza sessione di qualifica più veloce di tutti e sinonimo di macchina leggera, poca benzina, sinonimo di partenza a razzo e poi, a strategie consolidate, sinonimo anche di un ritorno nei ranghi, di Rosse davanti, di Rosse imbattibili. Perché Raikkonen e la McLaren non diventino preziosi quanto involontari alleati della Ferrari, la Renault può solo sperare che il curriculum tedesco di Kimi si ripeta, impietoso, come ogni anno. Dal 2001 ad oggi, il finnico, a casa Schumacher, si è sempre ritirato; di più: nei due Gp tedeschi (oltre a questo, la corsa del Nurburgring) Raikkonen, per ben tre volte, ha perso la gara mentre era in testa. Mica bello. E infatti mette le mani avanti: «Io non voglio essere larbitro del campionato, però spero che la mia corsa, stavolta, finisca in altro modo». Lo spera lui, non lo spera Alonso, teso come poche altre volte, un Alonso che durante le qualifiche viene anticipato uscendo dal box da Schumi che non lo vede e si immette nella pit lane, costringendolo a rallentare di colpo. Scuote il pugno Fernando, si arrabbia, ottiene il settimo tempo, rientra, scende, dichiara agli spagnoli «non dico nulla su quanto fatto da Michael, devono parlare i giudici...», va dal suo team, chiede se ci siano gli estremi per far reclamo e Briatore, Symonds, insomma, gli uomini che contano, lo guardano e gli fanno capire, suvvia, fa il bravo, lascia perdere...
Contrasto di umori, stati danimo. In casa Ferrari non si brinda, ma si sorride. Giusto un filo di apprensione per il temuto reclamo dello spagnolo, poi tranquillità assoluta. Monsieur Jean Todt dice che va bene così, «uno in prima fila e laltro in seconda», dice che «lobiettivo è vincere e mi auguro di riuscirci in gara come alla fine del campionato». Come lui fa progetti grandi kaiser Schumi, «che bello sarebbe spiega e scherza se dopo la gara la situazione fosse questa: io primo, con un bel secondo di vantaggio su Alonso e qualche pilota fra noi... Però, sogni a parte, ci siamo: gomme, auto, motore, vanno a meraviglia, le Renault in difficoltà mi hanno un po sorpreso, è tutto il week end che hanno problemi e non posso pensare che il loro distacco sia solo motivato dalla strategia scelta, che siano così pesanti». Insomma, il tedesco comincia a crederci, comincia a pensare che il sorpasso a livello di prestazioni ci sia stato. Aggiunge: «Raikkonen ci è davanti, ma penso proprio che sia solo tanto leggero, però mi auguro che non lo sia così tanto da non poter star davanti ad Alonso... e il nostro ritmo per la gara è davvero buono, basti pensare al passo tenuto da Felipe con le gomme usate». E Massa conferma, con i sorrisi e con le spiegazioni, «perché potevo addirittura far meglio».
Cè persino tempo, in casa Schumacher, per puntualizzare un paio di cosette riguardo al presunto sgarbo nella pit lane ai danni di Alonso: «Se Fernando è nervoso è un problema suo», la butta lì il tedesco, «e, comunque, quando fai la sosta assieme al tuo compagno, per rientrare in pista dipendi dal team, non riesci a vedere bene, lo spazio è minimo... se per lui questo è un problema, se gli ho dato fastidio, allora mi dispiace, ma non lho fatto apposta e poi erano le qualifiche, mica la corsa». E poi, e soprattutto, la Ferrari vola.
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