Ferrari, McLaren, Schumi il mondiale riparte da tre

Ha ragione Alonso quando dopo le libere ha detto che «la vera forza dei team non si è ancora vista». E avevano e hanno ragione coloro che da tempo nicchiavano sulle ultime diavolerie introdotte nel Circus. Su tutte, le famigerate ali mobili. Non a caso, infatti, Charlie Whiting, direttore di corsa e responsabile tecnico della Federazione, dopo che l’uso delle ali era già stato abolito nelle gare bagnate, ha ieri comunicato che il bando verrà esteso a libere e qualifiche. Chi lo dovesse ignorare sarà punito per aver infranto l’articolo tal dei tali. In pratica, alla vigilia del Gp gli uomini che governano il Circus hanno compreso che, anche in prova, guadagnare all’improvviso decine di cavalli su pista bagnata non era... come dire... salutare.
Avanti così, insomma, con la F1 che quasi quasi non è ancora partita e ha già messo nel fienile un minacciato sciopero dei piloti poi rientrato perché essendo sventolato dai piloti non poteva che rientrare, e una modifica all’utilizzo della suddetta diavoleria. Adesso non resta che attendere cosa accadrà al primo sospetto, alla prima mano che sventolerà, al primo dito che indicherà quella o quell’altra macchina insinuando che il tempone sia dovuto all’utilizzo della magica ala. È solo questione di tempo e saranno altre polemiche.
Nell’attesa non delle polemiche ma che stamane alle 7 ora italiana i bolidi facciano sul serio in qualifica, doveroso provare soddisfazione per la costanza della Ferrari che con Alonso è stata terza nella prima sessione di libere e terza nella seconda. Fernando ha detto: «C’era solo un po’ di sottosterzo, ma in generale la macchina si è comportata molto meglio di quello che mi aspettavo. Rispetto all’anno scorso la sento molto attaccata all’asfalto. Non mi è sembrata una brutta partenza, tutt’altro». Meno soddisfatto Felipe Massa, per lui un’escursione fuori pista, undicesimo tempo nelle prime libere e un settimo nelle seconde («Mi aspettavo di ottenere un crono più veloce»). Nell’attesa del verdetto di stamane, doveroso provare invece un filo di apprensione per la tranquillità addirittura conservativa di Vettel e Webber, quarto e quinto con la Red Bull. Entrambi avrebbero infatti usato meno di altri le ali mobili.
Ma a inquietare di più è l’entusiasmo con cui Michael Schumacher è sceso dalla sua Mercedes col sesto tempo e ben davanti a Rosberg. «Sono contento di quello che ho fatto finora, ho impressioni positive e le gomme hanno funzionato benissimo... È stato un piacere guidare con le Pirelli» ha detto. Vuoi vedere che l’uomo ha davvero trovato il bandolo della matassa che l’aveva fatto dannare lo scorso anno? Vuoi vedere che aveva ragione Felipe Massa nel predire che Schumi con le Pirelli si sarebbe trovato da kaiser?
Quanto alla casa italiana, il venerdì di debutto viene archiviato alla voce successo. Vuoi per la soddisfazione di Schumi, vuoi perché molti piloti si aspettavano un maggior degrado e vuoi perché le gomme hanno dimostrato «un buon livello di performance e durata» ha detto il direttore Motorsport Paul Hembery.
Fatto sta, proprio in virtù delle diverse strategie possibili e delle incognite di utilizzo delle nuove gomme, molto si decide stamane con la pole, ma non quasi tutto come accadeva fino alla passata stagione. La strategia gara sarà la padrona dei Gp. E giusto per sfrucugliare la memoria: chi era un mago delle strategie? Chi sapeva garantire tempi fotocopia che permettevano al proprio muretto di inventarsi tattiche fenomenali? Sì, lui, Schumi.
Questo mentre la fragile McLaren nelle libere si è issata davanti nel secondo turno, quello che contava di più, con Button ed Hamilton.

Un Hamilton che dopo aver tuonato nei giorni scorsi «non sono qui per vincere un solo mondiale» ha fatto sapere di aver parlato a lungo con il capo McLaren, Martin Whitmarsh, assicurandolo che «qui ci sono il mio cuore e la mia mente, non ho mai pensato di andare altrove...». Che si sia accorto di avere un missile sotto il sedere?

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