La Ferrari è un missile Cari Alonso & Massa, guai se sbagliate ancora

E ora, felici e sorridenti e speranzosi, affidiamoci tutti al fattore «U» che non è un contadino bensì la variabile più difficilmente gestibile della complicata e tecnicissima formula uno. Sarà il fattore uomo a dirci, oggi, se la dimostrazione di forza e caparbietà messa in mostra dagli uomini di capitan Stefano Domenicali e patron Luca di Montezemolo è stata recepita in toto. Perché gli uomini con laurea conseguita in aula, cioè tecnici, ingegneri e specialisti vari della Rossa, da almeno tre gare hanno risposto ai richiami del team principal e del loro presidente, riuscendo a riprendere il filo dello sviluppo della F10 e, là dove necessario, a copiare bene (si legga Red Bull). È mancata invece, almeno fin qui, una risposta all’altezza da parte dei due piloti.
Per cui, niente scuse e basta errori. Ci sono otto giorni, compreso oggi, per cambiare la classifica (il 1° agosto si corre a Budapest) e Domenicali, a scanso di equivoci, ribadisce il concetto forte e chiaro: «Il merito di questo risultato va alla squadra, che in queste settimane ha profuso un impegno incredibile... Già da tre gare eravamo in crescita ma, per motivi vari ed eventuali, non avevamo raccolto... Ora dobbiamo preparare la gara in ogni minimo dettaglio e speriamo soprattutto di avere un Gran premio finalmente normale (sott’inteso, senza errori dei piloti e interventi dei giudici di pista, ndr)... È giunto il momento di raccogliere i frutti di tutto il lavoro svolto... la macchina sta crescendo, i piloti anche, conti alla fine ma in gara andremo all’attacco: non abbiamo altra scelta».
Messaggio ricevuto da Alonso che dice: «Peccato per quei due millesimi, però non importa, è stato comunque un sabato perfetto... ma conta la classifica, conta la gara, anche se è bello essere di nuovo in prima fila e vedere che la Red Bull è così vicina (i tempi di Fernando: primo nel Q1 in 1.14.208, primo nel Q2 1.14.081, secondo nel Q3 1.13.793). Ce la metterò tutta per vincere: vista la classifica, devo portare a casa quanti più punti possibili». Messaggio ricevuto anche da Massa che aggiunge: «Il distacco da Vettel e Fernando dipende in buona parte dal fatto di non essere riuscito a completare il giro perfetto nell’ultimo tentativo. Domani cercherò di fare il massimo: ho visto che il nostro passo di gara è competitivo e proverò a sfruttarlo nella maniera migliore. Su questo tracciato, dove ci sono tante curve lente e dove è importante avere una buona macchina in frenata, la F10 si trova molto bene». E poi, per Felipe c’è un anniversario da cancellare più che da ricordare e per farlo come si deve serve una gara maiuscola: un anno fa esatto, era il 25 luglio, a Budapest, in qualifica, Felipe vide letteralmente la morte in faccia nell’incidente che mise fine alla sua stagione. Un anniversario da cancellare con una vittoria ma, forse, sarebbe pretendere troppo. Tanto più che quasi se lo sentisse, Alonso mette subito i puntini: «Sono contento che anche Felipe sia in una buona posizione perché questo ci consentirà di difenderci dalle Mclaren nel primo giro...». Come dire: io davanti, tu dietro. Insomma, si vedrà. Per il momento vale la pena godersi la felicità preoccupata di Vettel in pole costretto ad ammettere «certo che due millesimi sono proprio niente».
Ecco, tutto questo senza nulla togliere a Button ed Hamilton, sornioni, in terza fila e togliendo invece molto all’uomo che anche sotto casa corre domandandosi chi diavolo me l’ha fatto fare: l’ex kaiser Schumi, ieri fuori dal Q3 e oggi undicesimo al via e sempre, costantemente, dietro al compagno Nico Rosberg.

Ecco, quest’ottimismo senza però tener conto dell’altro fattore U, l’altro fattore uomo, quello rappresentato dalle curiose trovate dei simpatici commissari o direttori di gara o quant’altro che di Gp in Gp, ultimamente, hanno buttato in pista cose strane per fare inciampare il Cavallino.

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