Benny Casadei Lucchi
Cè qualcosa di affascinante nel Gran premio degli sponsor che vede a centro pista la Ferrari e la sua nemica di sempre: la McLaren. Perché Vodafone ha annunciato che dal 2007 diverrà sponsor principale delle frecce dargento anglo-tedesche, colorando i signori Kimi Raikkonen e Juan Pablo Montoya e con loro mister Ron Dennis, il patron britannico, e Norbert Haug, lanima tedesca che vigila sui motori Mercedes. Addio Rossa, dunque, addio Schumi e compagni. Gli affari sono affari e lo sono ancor di più in uno sport come la F1, disciplina che va fin troppo a braccetto con budget, bilanci, marketing, ricerca e sviluppo. Affascina, però, che a strappare alla Ferrari uno degli sponsor principali (40 milioni di euro lanno lapporto del gigante delle telecomunicazioni allazienda di Maranello) sia stato il concorrente numero uno o numero due (lordine dipende esclusivamente da dove si voglia piazzare la Renault di Flavio Briatore e Fernando Alonso).
Qualcuno ha bisbigliato che motivo delladdio siano stati i deludenti risultati in pista della Rossa. Sbagliato. Lintesa appena sottoscritta con Ron Dennis va infatti oltre il semplice apporto pubblicitario e sembra che proprio questo sia stato alla base della rottura con il Cavallino. La Vodafone sarà lo sponsor principale (title sponsor) del team inglese ed entrerà di fatto nel nome stesso della scuderia: Vodafone-McLaren-Mercedes. Cosa che, invece, la Ferrari ha gentilmente declinato: perché il ruolo di sponsor principale è già ricoperto da tempo dalla Philip Morris con il marchio Marlboro (accordo, fra laltro, rinnovato fino al 2011 per una cifra valutabile attorno ai 100 milioni di euro annui), seguito a ruota dalla Shell (40 milioni di euro a stagione fino al 2010).
Allannuncio dellaccordo, come tradizione, da Maranello solo poche parole: «Ferrari e Vodafone hanno valutato diverse opportunità di sponsorizzazione per gli anni successivi al 2006, ma la Ferrari non ha potuto garantire il livello di visibilità che Vodafone cercava». Poche parole, ma chiare: è stata la Ferrari a dire no grazie. Segno che le casse del Cavallino stanno bene, segno, soprattutto, che laccordo firmato giusto un anno fa (era fine gennaio) tra Maranello ed Ecclestone per il rinnovo del Patto della Concordia e la conseguente redistribuzione dei diritti tv secondo parametri più equi ha garantito uniniezione tale di risorse (oltre 60 milioni lanno fino al 2012) da rendere il futuro decisamente più roseo. Da qui il no grazie alla Vodafone.
Laccordo siglato in gennaio, da solo, non potrebbe però spiegare lautonomia finanziaria della Rossa che deve tirare fuori dalle proprie casse (senza cioè laiuto di sponsor) circa il 30% del budget annuale (350 milioni di euro). A questo servono infatti i soldi del patto della Concordia. Il resto dei 350 milioni arriva dagli sponsor (vedere il grafico). Da qui la certezza che Philip Morris e Shell hanno sostanziosamente rivisto al rialzo il proprio contributo per gli anni a seguire.
In ultimo, la chicca o il sogno: nel 2007 potrebbe arrivare il signor Rossi Valentino. E di chi è testimonial principe il Dottore delle moto? Della Tim. Affascinante coincidenza.
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