Economia

Ferrari a Wall Street parte da 52 dollari

Azioni collocate al prezzo massimo previsto. Montezemolo: «Le comprerò, ma a me dovrebbero regalarle»

Ferrari a Wall Street parte da 52 dollari

Ieri notte, dopo la chiusura della Borsa di New York, si è appresso il prezzo di collocamento delle azioni Ferrari: sarà 52 dollari per azione, pari al massimo previsto dalla forchetta attesa tra 48 e 52. Mentre altri analisti si erano spinti addirittura oltre i 60 dollari. Calcolando che le azioni collocate sono 17,175 milioni, più altre 1,715 milioni di «riserva», per un totale del 10% del capitale, si ottiene il valore dell'azienda Cavallino: 9,8 miliardi di dollari, pari a 8,7 miliardi di euro. Comunque i reali valori si vedranno solo da oggi, quando la Ferrari di Maranello sarà quotata a Wall Street e il prezzo lo farà il mercato, in attesa di sbarcare nel 2016 a Piazza Affari, quando sul listino andrà un altro 10%. L'appuntamento con la campanella è fissato poco dopo le 15 ora italiana. E come è avvenuto nel 2014 per Fca, a suonarla saranno John Elkann, nella cui cassaforte Exor il prossimo anno confluirà il 24% del Cavallino, e Sergio Marchionne, ad di Fca e presidente della «Rossa».

«La quotazione di Ferrari arriva in un momento storico molto particolare per Fca - osserva Roberto Russo, ad di Assiteca Sim - perché immediatamente dopo la crisi generata dal gruppo Volkswagen sulle emissioni inquinanti. E un valore di 8 miliardi di euro di Fca, esclusa Ferrari, rappresenta un multiplo pari alla metà della media del settore. Significa che oggi Fca, con la quotazione di Ferrari, esplicita un valore finora non espresso che potrebbe portare a una determinazione del valore intrinseco del gruppo, nel lungo termine, pari a circa 25 euro per azione». Per l'esperto, le crisi possono rappresentare anche importanti opportunità: «La quotazione di Ferrari - aggiunge Russo - in un momento di crisi del concorrente diretto di Fca, cioè VW, ha determinato la possibilità di comprare il titolo del Lingotto a prezzi impensabili, come a 10,80 euro, per poi risalire a 14». Sulla tappa storica del «suo» Cavallino, l'ex presidente Luca di Montezemolo, uscito da Maranello un anno fa con una liquidazione di 27 milioni, non ha avuto problemi a dichiarare che acquisterà le nuove azioni, «in quanto ci credo e per motivi affettivi». Ma ha colto anche l'occasione per fare una battutina: «A me le azioni me le dovrebbero regalare».

Intanto, Fca ha sofferto ieri a Piazza Affari (-2,07%) sulle voci di una sanzione da Bruxelles fra 30 e 200 milioni per un'inchiesta sui tax ruling (evasione ed erosione della base imponibile) in Lussemburgo. Fiat Chrysler, precisa una nota, «non ha ottenuto alcun aiuto di Stato» relativamente all' Advanced Pricing Agreement (Apa) raggiunto in Lussemburgo dalla società controllata di Fca. E «qualsivoglia esito della questione non sarebbe significativo rispetto ai risultati consuntivati dal gruppo».

Fca «ritiene di aver fornito solide spiegazioni alla Commissione Ue» e ricorda come «l'obiettivo dell'Apa era esclusivamente chiarire le regole di transfer pricing che Fcf doveva applicare alle sue attività di finanziamento di società collegate».

Commenti