da Roma
Movimenti di lotta e di governo, ministri di governo e di lotta. E sul tavolo un tema caldissimo, soprattutto nella capitale: quello dellemergenza abitativa. Appuntamento alle 17.30 di ieri, al civico 6 di via De Lollis, quartiere di San Lorenzo, anche se il ministro Ferrero arriva con unora di ritardo. È uno stabile occupato da Action, una delle sigle del movimento di lotta per la casa, quella mediaticamente più visibile anche grazie alle «gesta» di Nunzio DErme, leader di Action, già consigliere indipendente in Campidoglio (non riconfermato) e attualmente agli arresti domiciliari per rapina aggravata: una conseguenza della «spesa proletaria» andata in scena nellipermercato «Panorama» e in una libreria Feltrinelli a novembre del 2004. Episodi che videro il sindaco Walter Veltroni esprimere la sua «più totale condanna» per «comportamenti che violano la legge».
Proprio a DErme è dedicato lo striscione appeso alla facciata del palazzo: «Nunzio libero». E larrivo in questo luogo simbolo della lotta per la casa di un rappresentante del governo, è anche loccasione per rivendicare la depenalizzazione dei «reati sociali», alla faccia dei giudizi del primo cittadino. Infatti la richiesta al ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, reduce dal Cdm che avrebbe dovuto approvare il disegno di legge sugli sfratti (ma per ora cè solo una moratoria estiva), non tarda. È affidata a un altro dei leader di Action, Paolo Di Vetta, che dopo aver sintetizzato con il ministro lesperienza fatta sul campo dai movimenti di lotta per la casa, offrendosi per lavorare insieme, va dritto al punto: «Non è possibile - scandisce rivolto a Ferrero - che chi ha svolto questo ruolo sociale e ha fatto queste battaglie si ritrovi ora agli arresti». Applausi convinti delle circa 200 persone presenti nella sala, con una folta partecipazione di immigrati. E mentre dalle ultime file parte il coro «Nunzio libero», Di Vetta va oltre: «Chiediamo alla politica di spingere affinché la magistratura faccia un passo indietro». Le richieste ovviamente non finiscono qui. I movimenti vogliono certezze sulla futura chiusura dei Cpt e sul diritto di voto per gli immigrati. Poi al centro ritorna il problema dellemergenza abitativa. Si vuole un decreto che fermi gli sfratti fino a che le famiglie «non avranno unaltra casa in cui entrare», possibilmente con la collaborazione dei «grandi proprietari immobiliari». Il ministro non delude le attese. Promette per fine mese il varo di un provvedimento «che preveda unofferta di abitazioni pubbliche adeguata per ottenere un duplice effetto: calmieratore dellemergenza e di creazione di nuovi alloggi», con «canoni accessibili per le famiglie». Poi Ferrero assicura: il governo è vicino a immigrati e senza casa.
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