Ferretti: «Chiffon per la Pellegrini Smoking a pelle per la Granbassi»

Alberta Ferretti fa una moda che le somiglia: femminile, sognante, precisa al millimetro e amica delle donne. In più la stilista è una sportiva: nuota tutti i giorni nella piscina coperta della sua casa di Cattolica, va in bicicletta e cammina appena può «perché - sostiene - l'attività fisica fa bene allo spirito». Per questo le abbiamo chiesto di studiare l'immagine di sette atlete italiane emergenti per bellezza oltre che per bravura. «Eviterei di vivere in tuta» consiglia a tutte spiegando che la divisione netta tra il guardaroba tecnico e quello normale è il primo passo per l'eleganza di una sportiva. Sempre a livello generale una considerazione: per essere forti non occorre diventare mascoline, mai rinunciare al trucco, alla messa in piega e all'uso di scollature, minigonne e abiti aderenti una volta finite le gare.
FEDERICA PELLEGRINI. «Punterei tutto sulla sua naturale freschezza con un look semplice e femminile sottolineato magari da abiti di chiffon un po' galleggianti. Mai scolli all'americana che enfatizzano le spalle importanti, ma scollature a barchetta sul davanti e profonde sulla schiena che in una nuotatrice è sempre perfetta. Meglio le gonne corte per Federica: ha gambe molto belle».
TANIA ROMANO. «Con una faccia così importante curerei moltissimo l'immagine perché le basta poco per diventare una donna sofisticata e molto chic. Cappottini sartoriali, bei tailleur, abiti ben tagliati: per lei il cosiddetto stile "ladylike" è perfetto. Anche sui pattini a rotelle».
FRANCESCA PICCININI. «È alta 1,85, ha un fisico mozzafiato: può permettersi di tutto. Bella, ma sempre "tanta" deve rinunciare ai tacchi. Invece delle minigonne al posto suo porterei i calzoncini che sono più moderni. Pantaloni lunghi quanti ne vuole. E per le forme degli abiti mi farei guidare dalla lunghezza: a tunichetta se sono molto corti, aderenti solo se al ginocchio».
VERA CARRARA. «Il ciclismo è uno sport per così dire al vento, quindi comincerei dal taglio di capelli: un carrè scalato e spettinato ad arte. Porterei abiti in organzino e pantaloni aderenti sui fianchi ma morbidi sulle gambe perché il punto debole delle cicliste sono i polpacci un po’ forti».
MARGHERITA GRAMBASSI. «Il suo stile dovrebbe essere come il fioretto: maschile al femminile. Per cui tute couture in organzino di seta e, per la sera, uno smoking portato a pelle».
SILVIA FONTANA. «È così femminile e mediterranea che sarebbe un peccato mortale rinunciare ai tacchi alti, agli abiti scollati e sensuali, ai colori caldi. Un'immagine decisa, molto lontana dallo stereotipo della pattinatrice di una volta».
CLAUDIA PENNETTA.

«È alta 1,72 e pesa 58 chili: un corpo ben tornito anche se il tennis rischia di far venire le gambotte. Porterei gonne longuette con cardigan e camicia: lo stile di Micol ne Il Giardino dei Finzi Contini però in chiave più moderna».

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