O si riducono drasticamente le corse dei treni o si raddoppia il prezzo del biglietto. O, per forza di cose, si deve ricorrere a sforbiciate nette sul numero dei dipendenti, mettendo a rischio un migliaio di posti di lavoro all’interno della società Trenitalia-LeNord. Sono questi i possibili effetti dei tagli imposti dalla manovra sul trasporto pubblico. Una scure che, nella peggiore delle ipotesi, toglierà alla rete lombarda 300 milioni di euro (di cui 114 ai treni e 186 al trasporto su gomma). È per questo che l’assessore lombardo ai Trasporti, Raffaele Cattaneo, ha cominciato la sua corsa contro il tempo e fino a gennaio, quando dovrebbe scattare l’aumento delle tariffe, sarà in totale pressing sul governo per vedere di limare il più possibile i tagli. Obbiettivo è renderli un po’ più soft, scendendo a 200 o a 100 milioni.
«Se, nella peggiore delle ipotesi, il taglio a cui dovremo far fronte ammonterà a 300 milioni di euro sul miliardo di contributo pubblico - ha evidenziato Cattaneo - questo comporterà una sforbiciata fino al 30% dei servizi o un’operazione altrettanto impattante sulle tariffe dei biglietti dei passeggeri. È ovvio che ciò sarebbe socialmente insostenibile, la Regione Lombardia ha fatto e farà di tutto per evitarlo». Proprio in quest’ottica il Pirellone «ha avviato, insieme alle altre regioni italiane, un confronto con il governo - ha aggiunto il titolare dei Trasporti in Lombardia - e non è escluso che quello che è stato sottratto alle Regioni con la mano destra venga restituito, almeno in parte, con la sinistra», ovvero con la Finanziaria.
Oltre al negoziato con il Governo, è stato intavolato un confronto tutto interno alla giunta lombarda perché «nelle pieghe del bilancio si possano recuperare ulteriori risorse per il trasporto pubblico locale». E il 2 ottobre si riuniranno invece tutti gli assessori ai Trasporti delle province lombarde. Anche l’amministratore delegato di Trenitalia-Le Nord, Giuseppe Biesuz, conferma che «se dovessimo rimanere sulla forbice più alta dei tagli, questo costringerebbe a una riduzione di mille persone sulla produzione del servizio all’interno della società stessa».
In attesa di capire che ne sarà dei trasporti lombardi, si tirano le somme del bilancio del primo anno di attività della nuova società di gestione dei trasporti regionali. E i dati non sono male: le soppressioni dei treni sono state dimezzate e non superano le cinque al giorno, il 90 per cento delle corse non supera i 5 minuti di ritardo e i treni che spaccano il secondo in stazione sono aumentati del 10 per cento.
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