Festa dei Democratici o dell’Unità? È lite

Non ha pace quest’anno la tradizionale festa del Pd a Roma. Dopo i problemi sorti riguardo all’area dove dovrebbe svolgersi (Terme di Caracalla) gravata da vincoli archeologici, ora è polemica anche sul nome. Sollevando il rischio che l’evento salti nel 2010 se non verrà concesso lo spazio di Caracalla, il segretario romano Pd Marco Miccoli è tornato a parlare di «Festa dell’Unità». Una definizione che, per i rimandi storici al Partito Comunista, non piace all’area popolare del partito, che subito insorge: «Va difeso il nome Democratic Party».
Il nuovo nome della festa era stato conquistato appena l’anno scorso, con un «compromesso di transizione» all’interno del partito: la definizione cambiava da Festa dell’Unità a «Festa dei Democratici», il logo rimaneva quello originario. E, quest’anno, il dietrofront lessicale di Miccoli ha rinfocolato gli antichi dissidi interni. «Il coordinatore del Pd romano dovrebbe battersi per l’organizzazione della “Festa dei Democratici”, visto che siamo un partito nuovo e guardiamo al futuro - affonda il senatore Lucio D’Ubaldo -. Invece, si lascia andare a una nostalgica difesa della “Festa dell’Unità”, espressione storica di un partito, il Pci, sciolto vent’anni fa sull’onda del fallimento del socialismo sovietico. Una gaffe? - si domanda - No, è qualcosa di più significativo e grave. Miccoli, spiace dirlo, coordina solo la nostra decadenza come partito riformista».
E mentre dal segretario sotto accusa arriva solo un no-comment e un «saranno gli organismi dirigenti a stabilire il nome della festa», altri esponenti del Pd locale intervengono sull’onda delle dichiarazioni del senatore cattolico-democratico.

«Mi aspetto che la nostra sia la Festa del Partito Democratico e che venga democraticamente gestita», afferma l’europarlamentare popolare Silvia Costa. «Stimo Miccoli e credo nella buona fede che ha diretto il suo operato, ma serve un cambio di passo», le fa eco l’assessore provinciale Serena Visintin, della stessa area,

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