Cronache

Festa dell’Unità fa i conti con Plinio

Festa dell’Unità fa i conti con Plinio

Per Gianni Plinio è un’equazione matematica: i Ds sono uguali agli zingari. Spiega subito cosa intende, il capogruppo di An in Regione: i cittadini della Foce lo hanno già sommerso di lamentele, e la Festa dell’Unità alla Fiera porta disagi a un quartiere già alle prese con questioni annose e irrisolte quali la presenza di campi abusivi di nomadi.
Ma come tutte le equazioni, anche questa presenta una soluzione difficile da trovare. E così Plinio prova a far tornare i conti con l’unico mezzo che al momento ha a sua disposizione. Alla maggioranza di centro sinistra che amministra la Regione Liguria ha presentato un’interpellanza urgente per conoscere un po’ di «segreti» della kermesse diessina. All’ente che controlla direttamente i conti della Fiera, padrona di casa della Festa, il consigliere di opposizione chiede di sapere quanto costano gli spazi espositivi concessi al maggior partito della sinistra italiana. Si tratterà sicuramente di un affitto di favore rispetto ai prezzi praticati agli espositori di altri appuntamenti fieristici, Salone Nautico in testa. E da qui nasce il primo sospetto, che Plinio traduce in un’ipotesi di «concorrenza sleale» dei ristoratori dell’Unità a discapito di quelli presenti sul territorio della Foce.
Ma l’altro elemento su cui il capogruppo di An fonda la sua interpellanza riguarda l’egual trattamento riservato dalla Asl a chi serve cibi e bevande sotto i tendoni della Festa, rispetto a tutti gli esercenti che operano in strutture «tradizionali» e fuori dai cancelli della kermesse diessina. Plinio chiede di sapere «se da parte della Asl e dei vari servizi competenti siano state regolarmente rilasciate tutte le indispensabili autorizzazioni igienico sanitarie».

La frecciata è pungente: «A questo punto reputo giusto e doveroso accertare almeno l’entità dell’affitto pagato e la sussistenza delle indispensabili autorizzazioni per una Festa che appagherà i gusti politico-gastronomici dei diessini genovesi - incalza Plinio -, ma che disgusta e fa ulteriormente irritare i malcapitati residenti della Foce».

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