La festa guastata da un avviso

MilanoA rovinare la festa di Roberto Formigoni l’avviso di garanzia per il suo assessore all’Ambiente, Massimo Ponzoni, indagato per bancarotta fraudolenta dopo il crac della società immobiliare «Il Pellicano». Cauto il presidente della Lombardia, appena rieletto per la quarta volta: «È presto per decidere se escluderlo dalla giunta. Ricordiamoci che l’avviso di garanzia è a tutela dell’indagato».
Pentito dei criteri di composizione delle liste? «Quando abbiamo fatto le liste non aveva ricevuto nemmeno l’avviso». D’accordo anche il coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà: «Escludere dalle liste qualcuno solo in base ai rumors sarebbe stato scandaloso, il garantismo è fondamentale ed è importante trovare il giusto equilibrio tra il rispetto della persona e l’immagine del partito».
La Lombardia resta targata Pdl. La Lega aveva dichiarato più volte di puntare a un sorpasso che non è arrivato. Al contrario, il Popolo della libertà mantiene una distanza di oltre cinque punti dall’alleato e le province in cui il partito di Bossi è in testa sono le tradizionali roccheforti leghiste di Bergamo e Sondrio. A dare la misura della situazione è anche la sconfitta di Roberto Castelli a Lecco: al sottosegretario non è bastata la buona performance del suo partito, che si è piazzato primo.
A Varese, capoluogo del Carroccio, il Pdl ha nettamente sorpassato la Lega, anche grazie all’ottimo risultato dell’assessore alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo. Chiari segnali che la maggioranza dei cittadini della Lombardia non segue a occhi chiusi la bandiera di Alberto da Giussano.
Travolto il Pd, che in Lombardia si ferma al 22,9 per cento. A erodere voti è anche l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro, che con il suo 6,3 per cento dei voti ha determinato la scomparsa totale della sinistra radicale, cancellata dal consiglio regionale. Rifondazione comunista, infatti, non ha nemmeno un eletto.


L’Udc, nonostante abbia messo in campo Savino Pezzotta, forte di un passato da sindacalista, si è bloccata al 3,9 per cento, una percentuale che dimostra la sua ininfluenza elettorale in una regione in cui il voto cattolico è decisamente orientato verso Roberto Formigoni.

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