La festa di «San» Balilla come il 25 aprile per tutelare storia e tradizioni liguri

La festa di «San» Balilla come il 25 aprile per tutelare storia e tradizioni liguri

Cinque dicembre, «san» Balilla. La festa della liberazione dei liguri, da inserire ufficialmente sul calendario come festività regionale, potrebbe diventare il simbolo della sfida che la Lega Nord lancia a Claudio Burlando sul dialetto. Perché a parlare in genovese son capaci tutti, o quasi, ma se occorre fare qualcosa di concreto la partita si fa più difficile. E Francesco Bruzzone, cacciatore per passione, non ama le sparate a salve. Non che voglia lanciare rivoluzioni al grido di «Che l’inse», ma neppure subire gli interventi propagandistici e un po’ demagogici del presidente della Regione. Che recentemente ha cercato voti anche ricorrendo, lui ospite di un’associazione culturale che punta alla salvaguardia delle tradizioni, a un «comizio» tutto in dialetto.
«Mi fa piacere che Burlando abbia “scoperto” l’importanza del dialetto - la butta lì il segretario regionale del Carroccio - Ora ha l’occasione di dimostrare la sua buona fede. Presento questa proposta di legge regionale per la tutela, la valorizzazione e la promozione del patrimonio linguistico e culturale della Liguria. Oltretutto queste norme che si andrebbero a introdurre, altro non sarebbero che una piena adesione ai principi della Carta Europea che considera le lingue regionali o minoritarie una ricchezza culturale da promuovere, tutelare, valorizzare». E la legge proposta dalla Lega prevede tutta una serie di iniziative in favore del dialetto. Perché la Lega non pensa ai «soliti» concorsi di nicchia o a qualche pubblicazione fine a se stessa.
Da qui nasce innanzitutto l’idea di istituire la Festa del popolo ligure, magari in coincidenza con il 5 dicembre, giorno in cui G.B. Perasso lanciò il suo sasso dando il via alla rivolta agli Austriaci. «Ci sono le feste religiose, i santi patroni, le feste nazionali come il 2 giugno, il 25 aprile o il primo novembre - fa notare Bruzzone - Ci può ben essere una festa di ugual importanza per il popolo ligure». Ma il progetto della Lega va ben oltre la festa. Parte ad esempio dalla promozione della ricerca scientifica sul patrimonio linguistico da sviluppare in collaborazione con l’Università. Prevede l’istituzione di corsi scolastici facoltativi per gli studenti di diversi livelli e lo sviluppo di un settore giornalistico per la carta stampata e il sistema radiotelevisivo in dialetto genovese. Promuove un sistema di toponomastica in due lingue con un contributo a quei Comuni che desiderino esporre targhe di vie e località con la traduzione in dialetto, come già avviene in alcune zone anche in Liguria. Non dimentica il punto più delicato del progetto: l’unificazione della grafia e delle varie «sfumature» in cui anche il dialetto ligure si differenzia.


«La settimana prossima questa proposta di legge potrà essere in commissione - sfida Bruzzone - Sarà l’occasione per vedere se Burlando, ö l’è bön solo a parlà. Qui c’è un progetto serio per il dialetto. E ci sono i tempi per approvarlo in fretta anche prima della fine della legislatura».

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