Il festival pianistico Michelangeli premia il fenomeno Kissin

Arvo Pärt è un impagabile timido. Che ti osserva con quel viso bonario, nascosto dietro a una barba folta che cresce come meglio crede. È fra i compositori di punta oggi viventi, una celebrità del pentagramma che farebbe carte false pur di sfuggire la notorietà. A Pärt è dedicata la quarantaquattresima edizione del Festival pianistico internazionale Arturo Benedetti Michelangeli, presentata in questi giorni. Pärt, presente sui leggii e – rompendo il ghiaccio della riservatezza – anche fisicamente. E assieme a lui, il collaboratore e amico fraterno Tonu Kaljuste che si porta il meglio della Tallinn musicale (Estonian Philharmonic Chamber Choir), la città dove Pärt è cresciuto e dopo gli anni di esilio forzato, causa lo strappo con il governo sovietico, è tornato a risiedere. La Tallinn di Pärt si incrocia con la Mosca di Evgenij Kissin, il pianista fenomeno che si faceva conoscere in Occidente a un soffio dalla disgregazione dell’Urss, nel 1987, conquistando l’ammirazione totale di Herbert von Karajan che prospettava per quel sedicenne tutto dita e ricci il futuro che poi si rivelò. A Kissin andrà il Premio Michelangeli assegnato in passato a Pollini, Argerich, Ashkenazy, Lupu, Rostropovic, Maazel e Muti. Non solo Russia e Paesi Baltici per il Festival, atteso nei teatri di Bergamo e Brescia, fra aprile e giugno. Ma la più pura tradizione dell’Europa centrale con l’apertura, il 14 aprile, al teatro Donizetti di Bergamo, affidata all’Orchestra che ogni direttore sogna di poter condurre, i Wiener Philharmoniker. Il direttore è Georges Prêtre impegnato nella Settima sinfonia di Beethoven e Quarta di Brahms. Nelle due città approderanno l’Orchestre National de France diretta da Kurt Masur, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da sir Neville Marriner, la Tallinn Chamber Orchestra con Tõnu Kaljuste e la Camerata Salzburg diretta da Pier Carlo Orizio.

L’occhio del Festival cade sui pianisti, oltre a Evgenij Kissin, sono attesi Grigory Sokolov, Leif Ove Andsnes, Fazil Say, Alexander Lonquich, Andrea Lucchesini, Gianluca Cascioli, Benedetto Lupo, Roberto Plano, Alexei Lubimov (dicono particolarmente caro a Pärt) e il fortista Kristian Bezuidenhout.
Festival pianistico Michelangeli
teatri di Bergamo e Brescia
da aprile a giugno

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