nostro inviato a Ginevra
«Se sto pensando di razionalizzare la composizione delle azioni Fiat? È un aspetto da analizzare nel medio-lungo termine, che per ora non è sulla mia scrivania. È un problema che nel tempo verrà risolto. Anzi, non è un problema, bensí unanomalia». Così ha risposto lamministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, alla domanda del Giornale sulla possibilità che prima o poi, come più volte ipotizzato dagli analisti, il gruppo imbocchi la strada dellaccorpamento delle tre tipologie di azioni Fiat (ordinarie, risparmio e privilegiate). Una scelta, quella fatta molti anni fa, che trovava la sua spiegazione nella volontà di allargare il più possibile lazionariato, ma che ora non fa altro che rendere più complicati i calcoli degli analisti. Marchionne è in questi giorni a Ginevra, a pochi chilometri dalla sua residenza, in occasione del Salone internazionale dellautomobile. Insieme al presidente del Lingotto, Luca Cordero di Montezemolo, e al vicepresidente John Elkann, lad ieri è intervenuto a tutte le presentazioni che si sono svolte sugli stand del gruppo. A partire dal lancio della nuova Maserati GranTurismo, modello che insieme alla Quattroporte automatica permetterà alla casa modenese di rivedere il pareggio alla fine dellanno.
Sempre al Giornale, Marchionne ha spiegato anche le ragioni per cui il Lingotto è determinato a mantenere il 9,9% di partecipazione in Rcs, quota iscritta a bilancio per circa 100 milioni di euro: «È una scelta che fa parte di un sistema di equilibri che non vengono toccati». Sull1,8% della Fiat in Mediobanca, il top manager ha invece confermato che «entro lanno questa quota sarà ceduta». E alla domanda se qualcuno ha già bussato alla porta del Lingotto per acquistare la partecipazione nella banca daffari, Marchionne ha precisato che «in quei mercati cè tantissima liquidità e, quindi, non è difficile trovare chi è interessato».
Ieri, intanto, le azioni Fiat hanno ripreso a volare dopo due giorni di ribassi consecutivi. A Milano il titolo torinese ha chiuso in rialzo del 4,74% a 17,57 euro, con scambi che hanno interessato il 6,3% del capitale ordinario. Il maxi-rimbalzo è dovuto anche alla decisione di Goldman Sachs di alzare il prezzo-obiettivo di Fiat da 17 a 22 euro, con la conferma della raccomandazione «convinction buy». La banca daffari considera infatti fondamentale lesecuzione del piano industriale 2007-2010 e si aspetta notizie positive dalle tre principali divisioni del gruppo: Auto, Cnh e Iveco. Ma se fra tre anni i risultati fissati non saranno raggiunti, quale sarà la reazione di Marchionne? «Non voglio nemmeno pensare a unipotesi del genere - dice lad al Giornale -; nel 2004, quando sono arrivato, nessuno avrebbe mai immaginato il tipo di simpatia che oggi suscitano i nostri marchi e la condivisione, con la squadra, di un futuro brillante. Se dopo il 2010 sarò ancora in Fiat? Spero di sì».
Marchionne si è soffermato anche sul tema «bond», ovvero lemissione obbligazionaria della durata di 7-10 anni per un ammontare tra 750 e 1.000 milioni di euro al centro dellincontro dei giorni scorsi con la comunità finanziaria a Londra. «Credo che questa emissione - ha affermato - si risolverà entro 30 giorni. Siamo in attesa che le condizioni dei mercati migliorino». Per lad, infatti, le turbolenze nelle Borse potrebbe rifarsi vive: «Non abbiamo ancora toccato il fondo e non mi sorprenderebbero altri cali fra il 3 e il 5% nei prossimi 30 giorni».
Lattenzione del top manager continua però a essere puntata sul momento in cui il rating Fiat tornerà al livello di «investment grade» da parte di Standard & Poors, Moodys e Fitch. «Ci mancano ancora due gradini: il primo entro lanno, il secondo vediamo. Io spero sempre entro il 2007».
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