da Milano
Per il bond Fiat i tempi sono maturi. Lemissione obbligazionaria, con scadenza a 10 anni e di un ammontare nominale pari a un miliardo con scadenza giugno 2017 (prezzo fissato al 99,232% del valore nominale e cedola fissa del 5,625%), è stata accolta positivamente dal mercato. Del resto è da alcuni mesi che lad Sergio Marchionne ha in agenda lemissione dellobbligazione. Non cè dunque da sorprendersi se la domanda sia stata di oltre 5 volte superiore allofferta. Richieste, sottolinea il Lingotto, sono arrivate «da tutta Europa e, in particolare, per circa il 40% dal Regno Unito, per il 13% dallItalia, per l11% dalla Francia, per il 10% dalla Germania e per il 7% dalla Svizzera».
Il regolamento dellofferta è atteso per il prossimo 12 giugno. I titoli saranno emessi da Fiat Finance North America Inc., società interamente controllata da Fiat, nellambito del programma di Global Medium Term Notes da 15 miliardi di ammontare massimo e saranno garantiti da Fiat Spa. Sempre il Lingotto prevede di richiedere la quotazione del bond, nonché lammissione alle contrattazioni, presso il mercato irlandese, lIrish Stock Exchange. Gli introiti derivanti dallemissione saranno utilizzati per i fabbisogni ordinari, incluso il rifinanziamento del debito esistente. «Penso che per Marchionne lemissione di bond diventi una costante della sua strategia - commenta al Giornale lanalista di una banca daffari - e questo per evitare, in futuro, possibili speculazioni. Lamministratore delegato della Fiat vuole abituare le banche, con una certa continuità, al rifinanziamento di parte del debito». Lemissione del bond Fiat è stata curata da Ubs, Bnp Paribas e Calyon. Lannuncio dellobbligazione non ha scaldato più di tanto Piazza Affari: le azioni Fiat sono scese dell1,09% a 20,93 euro. Negativo anche il titolo della holding che controlla il gruppo: meno 1,04% per lIfil, a 7,98 euro. Positiva, invece, la «cassaforte» Ifi: più 0,64%, a 29,85 euro. Prese le opportune decisioni sul bond, ora lattenzione si sposta sui rapporti Fiat-Mediobanca.
Torino ha già fatto pervenire alla banca daffari la disdetta al patto di sindacato. Per l1,835% del capitale di Mediobanca in mano a Fiat la prelazione è degli attuali soci del patto. In seconda battuta si faranno sotto quelli nuovi.
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