Fiat a cena con le tute blu Usa, la rabbia Fiom

Qualche incontro «carbonaro» con i sindacati italiani potrebbe esserci, anche se il protocollo ufficiale non lo prevede. Sta di fatto che appena si è diffusa la notizia che da oggi a giovedì sarà in Italia, a parte la parentesi in Polonia di mercoledì, la delegazione del sindacato americano Uaw guidata dal neopresidente Bob King, la Fiom e le altre sigle metalmelmeccaniche stanno cercando il contatto ravvicinato con i colleghi di Detroit.
Certo è, comunque, che alla cena di questa sera a Torino nella palazzina Fiat del Lingotto, davanti a piatti e vini rigorosamente italiani, a discutere con Sergio Marchionne e i suoi manager saranno solo King e gli altri sindacalisti americani. Doppio, infatti, lo scopo della visita della delegazione Uaw: quello nella veste di azionista della Chrysler con il 55%, in attesa di diminuire gradualmente il loro peso; e quello di verificare personalmente come si produce in alcuni degli impianti Fiat italiani (Mirafiori, Cassino e Verrone, quest’ultimo nel Biellese), nonché a Tychy, in Polonia. I sindacalisti italiani, esclusi dagli incontri ufficiali, dovranno accontentarsi di inseguire i colleghi americani in queste giornate ricche di appuntamenti. La Fiom, in particolare (ad agitarsi sarebbe soprattutto il coordinatore auto Enzo Masini), muore dalla voglia di chiedere a King e soci come è possibile che riescano ad andare d’accordo con Marchionne e vedere tutto rosa, mentre in Italia - almeno dal punto di vista del leader Maurizio Landini e delle sue tute rosse - il capo della Fiat (e della Chrysler) è diventato il vero nemico degli operai.
Un’importante occasione d’incontro tra sindacalisti italiani e americani è programmato comunque per l’8 e il 9 novembre prossimi a Detroit, in occasione del vertice mondiale delle organizzazioni metalmeccaniche. Sul tavolo della discussione le ristrutturazioni in corso nel mondo dell’auto e la necessità di maggiori sinergie tra le rappresentanze dei vari Paesi. «Quello a cui stiamo lavorando - spiega Bruno Vitali, segretario nazionale della Fim - è la realizzazione di una sorta di “Patto Atlantico” tra noi e i colleghi della Chrysler. Dopo il via allo scorporo del gruppo Fiat, tra noi e gli americani è necessario lavorare a contatto di gomito».
Questa mattina, intanto, Marchionne interverrà a Roma all’assemblea generale dell’Anfia. La relazione del top manager seguirà quella di Eugenio Razelli, presidente della filiera italiana dell’automotive, il quale toccherà diversi nodi: la crisi del mercato, lo spostamento degli interessi dei costruttori in Cina e nei Paesi low cost e la necessità che il governo assicuri risorse alla ricerca (in stand-by sono ancora 196 milioni destinati all’abbattimento delle emissioni di CO2).

Spetterà quindi a Marchionne fare il punto sul complesso percorso di Fabbrica Italia e spiegare nuovamente l’importanza della divisione in due del gruppo Fiat. Il governo sarà rappresentato da Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo economico. Inutile dire che Marchionne lo punzecchierà sulla diatriba Italia-Corea.

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