Entro mercoledì della prossima settimana Fiat e Magna International dovranno presentare alle autorità di Berlino i rispettivi piani industriali per Opel. Italiani e austro-canadesi, questi ultimi con il sostegno della russa Gaz, sono gli unici concorrenti realmente interessati alla casa automobilistica tedesca. I secondi, in particolare, godono di maggiori simpatie da parte dei sindacati anche se, fino a questo momento, non hanno ancora giocato le loro carte pesanti. Per quanto riguarda Fiat, invece, sono circolate indiscrezioni relative alla possibile chiusura della fabbrica di Termini Imerese (Palermo), al ridimensionamento del sito campano di Pomigliano dArco e dello stop della linea Alfa Romeo in carico a Pininfarina, a San Giorgio Canavese. In questo caso, però, tra Pininfarina e il Lingotto potrebbe aprirsi un contenzioso alla luce degli impegni presi dalla casa automobilistica.
Sale intanto la preoccupazione tra i dipendenti di Termini Imerese che ieri hanno bloccato la strada statale davanti allo stabilimento. «Certamente - ha commentato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi - è comprensibile lallarme tra i lavoratori come cè preoccupazione anche nel governo sul futuro dellindustria automobilistica in Italia».
Per domani i sindacati metalmeccanici hanno organizzato una grande manifestazione di protesta a Torino nel corso della quale sarà chiesto agli operai Fiat di non fare più straordinari sino a quando non ci sarà un incontro con lamministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, e il governo, nonché un piano industriale rassicurante per la forza lavoro del Paese.
Ma cè tensione anche negli Stati Uniti dove Chrysler punta a ridurre la propria rete di vendita del 25% e chiede alla Corte per la bancarotta il permesso di chiudere i contratti con circa 800 dei suoi 3.188 concessionari. Liniziativa trova il consenso del Tesoro americano, che preme per una ristrutturazione rapida così da consentire alla casa automobilistica di uscire dalla bancarotta entro la fine del mese, quando General Motors potrebbe invece entrarvi. Il piano di ridimensionamento - spiega il Dipartimento - mette Chrysler in una buona posizione per andare avanti, offrendo allo stesso tempo «maggiore stabilità» agli attuali dipendenti.
Ogni concessionario americano impiega in media 48 dipendenti, quindi i 789 tagli annunciati da Chrysler mettono a rischio 38mila posti di lavoro. Nelle prossime ore anche un migliaio di concessionari Gm si vedranno recapitare lettere nelle quali si annuncia la rescissione del contratto.
Uno studio presentato da Pier Luigi del Viscovo, direttore di Fleet&Mobility, fa intanto il punto sulla futura alleanza Fiat-Gm Europa, mettendo in risalto - segmento per segmento - le opportunità di crescita per i singoli marchi.
Fiat-Chrysler, ok dallAntitrust Per Opel duello con Magna
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