da Milano
Fiat corre in Borsa e arriva a toccare 11,52 euro con un prezzo di riferimento di 11,49 euro (più 2,38%), mentre i sindacati varano la piattaforma per il contratto integrativo, scaduto ormai da un decennio. Massicci gli scambi sul titolo del Lingotto: sono passati di mano 16,8 milioni di pezzi, pari a circa l'1,5% del capitale sociale. Secondo alcuni operatori a spingere verso alto il gruppo torinese sono la rifocalizzazione sul settore auto e i buoni fondamentali. Di recente, inoltre, l'amministratore delegato Sergio Marchionne ha dichiarato che il rialzo in Borsa è legato a un «adeguamento graduale del valore di mercato ai risultati che stanno emergendo e che sono in netto miglioramento». Marchionne ieri ha innescato anche un piccolo botta e risposta con una dichiarazione in cui affermava che le banche che non erano uscite dal capitale Fiat ora «erano felici». Gli ha risposto Enrico Salza, presidente del Sanpaolo Imi: «Nessuno ci deve venire a spiegare quando è ora di vendere - ha affermato - sono ben contento che chi è rimasto possa guadagnare di più - ha aggiunto - ma noi non abbiamo perso nulla perché abbiamo fatto una grossa plusvalenza sull'energia. Complessivamente la partita si è chiusa a nostro favore. Sono felicissimo che il titolo sia andato così in alto, perchè vuol dire che l'azienda comincia a cavarsela con le proprie gambe». Intanto però sono molto stretti i tempi che i sindacati dei metalmeccanici hanno definito per il contratto integrativo Fiat che interessa 80mila lavoratori, di cui 28mila in Piemonte e 25mila a Torino. Già la prossima settimana cominceranno le assemblee in fabbrica sulla piattaforma, il 12 maggio ci sarà il referendum e intorno al 20 sarà chiesto all'azienda di aprire il confronto. Per i lavoratori della Fiat, i sindacati chiedono un aumento retributivo di 1.300 euro all'anno entro il 2008. Sarà chiesto che una prima quota significativa (circa un terzo) sia pagata entro luglio di quest'anno.
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