Economia

Fiat: due accordi in vista, il titolo accelera

La Borsa ha snobbato i dati del mercato Ue che hanno penalizzato Torino

Pierluigi Bonora

da Milano

La Borsa non molla la presa su Fiat. È da venerdì scorso, quando l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha incontrato i gestori di alcuni fondi tra le mura di Mediobanca, che il titolo torinese ha innestato la quinta. Ieri l’azione ha guadagnato un altro 2,63% a 6,47 euro, tra volumi particolarmente intensi. A fine seduta sono state scambiate oltre 28,4 milioni di azioni ordinarie, pari a circa il 3,5% del capitale. Sulla scia del Lingotto anche le holding Ifi e Ifil, che sono avanzate rispettivamente il 3,91 e il 3,57 per cento. Il nuovo allungo di Fiat è giunto, paradossalmente, proprio nella giornata che ha visto il gruppo automobilistico fare un nuovo passo indietro nel mercato europeo. Rispetto a un aumento delle immatricolazioni complessive del 4,5%, la quota di Fiat Auto è scesa dal 6,8% del giugno 2004 al 6,3% del mese scorso. Un miglioramento, invece, c’è stato su maggio quando la penetrazione dei tre marchi italiani era stata del 5,5 per cento. A trainare il gruppo è stata ancora una volta Lancia (più 36,8%).
Continuano invece a soffrire Fiat (meno 7%) e Alfa Romeo (meno 14%), entrambe in attesa del via alle vendite di nuova Punto e 159. Ieri, però, Piazza Affari non ha preso in considerazione i dati sulle immatricolazioni nell’Ue. L’attenzione degli addetti ai lavori è sempre rivolta alle possibili novità nell’azionariato torinese. «A comprare - ha precisato un operatore - sono ancora una volta i fondi stranieri», a testimonianza che l’incontro di venerdì tra i gestori e Marchionne ha riportato fiducia negli ambienti finanziari a vantaggio del titolo Fiat.
Ma l’attesa riguarda anche i dettagli del piano di riassetto che l’amministratore delegato si accinge a illustrare a sindacati e istituzioni. La prossima, in proposito, dovrebbe essere la settimana decisiva. Oltre al nuovo piano modelli 2006-2008, dal quale dipenderà il futuro del gruppo, i sindacati apprenderanno da Marchionne dove le novità saranno assemblate. Inutile nascondere che l’attenzione è per lo più concentrata sul destino di Mirafiori e sulle trattative in corso con gli enti locali sul riutilizzo di una parte dell’area. Il progetto a cui si lavora prevede la creazione di una società mista pubblico-privata. La Fiat potrebbe portare a Mirafiori una parte della produzione della nuova Punto, finora prevista a Melfi, alla quale lavorerebbero 2mila persone. Intanto, mentre il Lingotto dovrebbe annunciare nelle prossime ore ancora novità nell’organigramma di Fiat Auto, sembra che la Powertrain Technologies diretta da Domenico Bordone abbia messo nero su bianco ai primi importanti accordi riguardanti forniture di motori ad altre aziende sia del settore auto sia in quello dei veicoli industriali.
Si preannuncia, dunque, una seconda metà di luglio particolarmente calda su vari fronti, visto che il giorno 28 il consiglio di amministrazione presieduto da Luca di Montezemolo approverà i conti del secondo trimestre. I dati, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbero confermare il trend positivo del gruppo. E anche l’attesa del cda contribuisce a infiammare la Borsa. Ieri, infine, il presidente del San Paolo Imi, Enrico Salza, ha ribadito durante un incontro a Torino che l’istituto è intenzionato «a essere con la famiglia Agnelli al fianco della Fiat, che è ancora la prima industria del Paese».

Corrado Passera, ad di Banca Intesa, a chi gli chiedeva se vi fosse all’orizzonte la possibile cessione della quota Fiat una volta convertito il prestito, ha risposto che «saranno valutate tutte opzioni».

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