Fiat, parte la nuova Pomigliano Newco fuori da Confindustria

«È stata posta la pietra miliare del cambiamento nel sistema delle relazioni sindacali. L’avvio della newco denominata “Fabbrica Italia Pomigliano” dimostra che è possibile fare accordi senza il veto della Cgil. Il 29 luglio 2010 la Cgil ha perso il potere di veto». Per Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, tra i firmatari dell’intesa con la Fiat che si propone di rilanciare la fabbrica campana, sottolinea così l’avvio ufficiale, arrivato ieri, del percorso che porterà alla produzione della nuova Panda.
Un passo importante, in pratica il primo tassello del mosaico che nel 2014 dovrebbe portare al compimento del piano «Fabbrica Italia», che coincide con l’annuncio da parte torinese che la newco nasce fuori dal sistema confindustriale e che la disdetta del contratto nazionale di lavoro viene congelata per due mesi.
Dunque, la «Fabbrica Italia Pomigliano» non sarà iscritta all’Unione Industriale di Napoli e dal settembre 2011, quando inizierà la produzione della Panda, assumerà gradualemente e in parallelo con l’aumento della produzione, i 5.200 lavoratori dello stabilimento Giambattista Vico. Gli ingaggi avverranno attraverso un nuovo contratto che recepisce l’intesa del 15 giugno, non firmata dalla Fiom.
Ma c’è un’altra novità: all’incontro di ieri con i sindacati all’Unione industriale di Torino, la Fiat ha comunicato anche la disdetta degli accordi in vigore dal 1971 sui permessi sindacali in tutti gli stabilimenti del gruppo automobilistico. Entro l’anno, a questo punto, sarà necessario cercare una nuova intesa che riduca in modo significativo il loro numero. È l’ennesima dimostrazione della strategia del pugno duro adottata da Sergio Marchionne allo scopo di garantire la fattibilità del progetto «Fabbrica Italia» (20 miliardi di investimenti per rilanciare la produzione di automobili nel Paese). «Un’opportunità unica», secondo l’amministratorte delegato della Fiat, per il quale l’azienda attende in tempi rapidi dalle controparti un «sì» o un «no» all’accensione del semaforo verde, pena l’emigrazione all’Est.
Per attuare il progetto «Fabbrica Italia» la Fiat chiede un accordo quadro che definisca le seguenti condizioni: massimo utilizzo degli impianti, flessibilità, garanzie. In pratica una grande cornice dentro la quale inserire intese specifiche a livello di stabilimento. La trattativa partirà a settembre e i sindacati vogliono che si cominci proprio da Mirafiori, il «cuore» del sistema produttivo della Fiat che si è però visto sfilare - a beneficio della fabbrica serba di Kragujevac - la produzione della nuova monovolume del gruppo.
A Pomigliano, intanto, la nascita della newco consente alla Fiat di iniettare fin da ora i 700 milioni di investimento per permettere la preprazione della linea in vista della futura Panda. In agosto cominceranno i lavori per fare posto ai nuovi impianti, con il trasferimento dell’assemblaggio dell’Alfa Romeo 159 sull’attuale catena della 147 e la realizzazione della lastratura. Gli operai, che per ora resteranno in cassa integrazione, dovranno dimettersi. Formalmente si chiama «cessione» dei contratti individualì. Poi verranno riassunti in modo graduale dal settembre 2011.
Della newco, controllata da Fiat Partecipazioni, faranno parte anche la maggioranza dei mille lavoratori della Ergom, azienda dell’indotto Fiat.


La decisione di tenere fuori dal sistema confindustriale la newco non piace, però, ai sindacati «amici». Giuseppe Farina (Fim), chiede alla Fiat di ripensarci, mentre Giovanni Centrella (Ugl), dice che la sua organizzazione non ci sta.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica