Fiat, Scajola benedice il piano: «Centralità dell’Italia confermata»

John Elkann e Sergio Marchionne accelerano sul piano di sviluppo del gruppo Fiat e, come primo risultato, trovano l’appoggio del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Il giorno dopo la presentazione di come il Lingotto procederà da qui al 2014, tra nuovi prodotti, il rafforzamento dell’alleanza con Chrysler e, soprattutto, il suo sdoppiamento con la nascita di Fiat Industrial, il vertice ha incassato un generale apprezzamento, anche se non è ancora stato sciolto il nodo di Pomigliano: «Il nostro investimento da 700 milioni - ha ribadito l’amministratore delegato Marchionne - non partirà senza l’accordo con i sindacati». «Con questo piano - il commento di Scajola - Fiat conferma la centralità dell’Italia e ha concordato un percorso di confronto con il governo e le parti sociali che riguarderà il nuovo programma e l’impatto sui singoli stabilimenti».
Anche ieri Marchionne ha risposto alle domande dei giornalisti con lo stesso tono deciso che ha caratterizzato l’Investor day di mercoledì. E dopo aver ripetuto che per Termini Imerese «il discorso è stato già chiuso» (il Lingotto collabora con il ministero affinché per la fabbrica palermitana sia trovata la soluzione migliore), il top manager ha invece ricordato che i numeri sul futuro di Mirafiori «sono incredibili». In totale, ha spiegato, «faremo più o meno 20 miliardi d’investimenti in Italia. Ci vorranno 5 anni per spenderli e direi che i sindacati si possono accontentare». A parte la Fiom, che mantiene le posizioni e giudica «liquidatorie e arroganti» le parole di Marchionne, il piano Fiat ha incassato generalmente giudizi positivi. Per il leader del Pd, Pierluigi Bersani, «è coraggioso e ambizioso», con novità importanti, anche se presenta «problemi e zone d’ombra». Disco verde invece arriva dalla Cisl. «A Pomigliano, Marchionne può investire sicuro - dice il leader Raffaele Bonanni -: siamo pronti all’accordo che sarà anche per noi l’occasione per stabilizzare l’occupazione e far crescere il salario». La pensa così anche Luigi Angeletti, segretario generale della Uil: «Prevedo che il confronto con Fiat sarà breve e si concluderà positivamente. A noi interessa che il gruppo accresca la produzione negli impianti italiani. È esattamente ciò che chiederemo nel corso degli incontri».
A tenere banco è anche lo scorporo che entro l’anno riguarderà il Lingotto: da una parte Fiat Spa, con presidente Elkann e amministratore delegato Marchionne, dall’altra i camion e i trattori di Iveco e Cnh. A spiegare le ricadute dell’operazione sul mercato sono stati alcuni analisti. «Da quello che sappiamo - afferma un operatore - il piccolo azionista che ha in mano 10 azioni ordinarie e 5 di risparmio, dopo lo scorporo se ne troverà altrettante di Fiat Industrial, senza però modificare il valore dell’intera partecipazione», e la stessa cosa avverrà per i fondi che hanno investito in titoli Fiat. In pratica si tratta di un’«operazione a somma zero», come sottolinea un altro analista. «Un azionista che oggi controlla 1.000 azioni ordinarie del gruppo - è il ragionamento - con lo scorporo ne avrà 1.000 di Fiat Industrial e 1.000 di Fiat Spa». Stando poi alle indicazioni attuali, «non cambierà neanche il valore iniziale della partecipazione», dato che la futura quotazione in Borsa di Fiat Industrial «terrà conto del valore delle attività oggetto dello spin-off, che saranno sottratte al valore dell’azione Fiat originaria». Calcolando 10 euro a titolo di esempio, il valore dell’azione ordinaria, nell’ipotesi di scorporo «Fiat Spa, varrà 8 euro e Fiat Industrial 2 euro».
Per avere, però, un quadro più realistico, chiarisce il responsabile di una sala operativa, «occorre conoscere tutte le tecnicalità dell’operazione, con la valutazione delle attività da scorporare», aspetti che verranno definiti da qui a luglio. Diverso è dire se lo scorporo porterà valore ai soci, circostanza che «solo il mercato potrà stabilire».
Ieri a Piazza Affari, il titolo Fiat è stato oggetto di realizzi dopo gli ultimi exploit, e ha chiuso sotto del 2,83%. Fitch ha intanto confermato il giudizio BB+ con outlook negativo.

Prezzo obiettivo in rialzo da Crédit Suisse (14 euro da 11,50) e Barclays (a 13 da 9). Da registrare, infine, le parole di Alessandro Profumo (Unicredit) sulla possibilità che la banca possa accompagnare il Lingotto nell’attuazione del piano. «Vediamo», ha risposto il banchiere.

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