Fiat, scontri a Pomigliano e calo in Europa

da Milano

Brutta giornata per il gruppo Fiat, alle prese con il blocco dello stabilimento di Pomigliano, con l’erosione della quota di mercato in Europa (calo del 13,3%) e con la forte penalizzazione subita dal titolo in Borsa, pari al 4,8% a 13,6 euro.
A Pomigliano d’Arco, dove lo stabilimento era bloccato da venerdì dagli operai che protestavano per il trasferimento di 300 di loro a Nola, la polizia è intervenuta con alcune cariche rimuovendo il blocco attuato da una sessantina di lavoratori davanti al varco 1 dello stabilimento Fiat. Dopo alcuni minuti i camion sono entrati nella fabbrica per scaricare la merce. Alcuni dipendenti, secondo fonti sindacali, sono rimasti contusi. L’intervento è stato autorizzato dopo che il Tribunale di Nola ha accolto il ricorso della società contro il blocco. E dopo che i sindacati avevano deciso di togliere il blocco. Confermato, invece, da parte delle frange più estreme. Per oggi pomeriggio alle 15 i sindacati confederali hanno richiesto un incontro presso l’Unione Confederale di Napoli, secondo quanto riferito da Rsu e Digos.
Nelle stesse ore la Powertrain ha annunciato investimenti, pari a 103 milioni in due anni, all’Iveco di Torino, con l’assunzione di 300 precari, ma anche il lavoro al sabato. Nei fatti le vicende di Pomigliano e della Powertrain riaprono il problema delle relazioni sindacali alla Fiat. I numeri uno di Fiom e Fim, Gianni Rinaldini e Giorgio Caprioli, denunciano «poco dialogo» da parte dell’azienda, mentre Antonino Regazzi, segretario generale della Uilm, dà la colpa a un sindacato «in ritardo, che continua a discutere con vecchi parametri superati dalla storia».
Lo scontro più duro è quello di Pomigliano, dove però si intravede un barlume: l’incontro con i sindacati che si dovrebbe tenere alla presenza del prefetto.

A Torino, invece, i sindacati apprezzano l’impegno della Powertrain nel polo industriale Iveco, ma sulle modifiche all’organizzazione del lavoro chiedono un accordo che dia un riconoscimento salariale ai lavoratori impegnati il sabato (l’azienda ha deciso il passaggio dai 15 ai 17 turni, sulla base dell’articolo 5 del contratto nazionale di lavoro).

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