nostro inviato a Detroit
Nella riunione di ieri sera (le 18 nel Michigan corrispondono alle 24 in Italia) il consiglio di amministrazione della Fiat ha approvato i conti del secondo trimestre, dato il via libera allo scorporo del gruppo e fissato la data, in settembre, dell'assemblea che dovrà pronunciarsi sullo spin-off. I dettagli sullo scorporo si conosceranno oggi, quando l'amministratore delegato Sergio Marchionne risponderà da Auburn Hills, quartier generale della Chrysler, alle domande degli analisti durante la conference call.
Ma al di là dei conti e dello spin-off, anche i rapporti sempre più incandescenti tra il Lingotto, la Fiom e i Cobas saranno oggetto di discussione. Proprio ieri, infatti, sono saliti a cinque gli operai della Fiat licenziati nell'arco di una settimana. Ai tre di Melfi e al dipendente di Mirafiori lasciato a casa nei giorni scorsi, si è aggiunto l'operaio della Powertrain di Termoli punito per aver partecipato a un presidio a Pomigliano d'Arco utilizzando un permesso concesso dall'azienda per motivi familiari. Immediata la reazione dei sindacati, che hanno proclamato uno sciopero per venerdì. In questo clima si è arrivati al cda di Detroit, anche se qui l’ambiente è del tutto diverso. Perché i rapporti tra Marchionne, nella veste di amministratore delegato della Chrysler, e i dipendenti del gruppo Usa vengono definiti dagli stessi sindacalisti «positivi e costruttivi».
La riunione del cda Fiat è coincisa con una giornata negativa per titolo del Lingotto a Piazza Affari (-2,06%), che ha risentito, insieme ad altri costruttori, delle preoccupazioni per le vendite in caduta libera di automobili in Europa dopo lo stop agli incentivi nei vari Paesi. Per gli analisti la frenata in Borsa, oltre che per queste ragioni, sarebbe motivata anche da qualche incertezza legata al programma di spin-off. «E' da vedere - spiegano da una banca d'affari - che cosa succederà nei 60 giorni successivi all'assemblea di settembre, cioè nel tempo concesso ai creditori e ai detentori di obbligazioni per un'eventuale opposizione al progetto. Tutto, però, sembra essere stato studiato per essere minimamente attaccabile». Due le società che andranno a costituirsi: da un lato il settore auto e dall'altro la nuova Fiat Industrial che raggrupperà le attività di Iveco, Cnh e parte della produzione di motori (Powertrain). Precisazioni sono attese dal mercato soprattutto sul fronte della ripartizione del debito tra le due società (si parla del 60% a carico di Fiat Industrial) e la messa a punto del finanziamento dell'operazione di spin-off, con la maxierogazione da 4 miliardi concessa da otto banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Citigroup, Bnp Paribas, SocGen, Calyon, Barclays e Rbs). Quanto ai conti, la media delle stime di un consensus di 23 analisti, è per un risultato netto positivo a livello di gruppo intorno ai 90 milioni e un risultato operativo di 380 milioni.
Fiat, a Termoli il quinto licenziato
Ieri il provvedimento nei confronti di un sindacalista. La Fiom reagisce con uno sciopero fissato per venerdì. E nella notte a Detroit Marchionne ha presentato al consiglio conti trimestrali e scorporo
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