nostro inviato a Bologna
Forte disappunto nel mondo dell'auto dopo lo stop all'emendamento alla Finanziaria sui nuovi incentivi alle rottamazioni. L'assenza di bonus nel 2008 vedrebbe il mercato italiano andare incontro a una perdita di immatricolazioni del 13% (dagli stimati 2,48 milioni di fine 2007 a 2,15 milioni, sotto il livello considerato «fisiologico» dei 2,2 milioni). Le azioni Fiat sono arretrate del 4,43% chiudendo a 17,75 euro. In un mese il titolo Fiat ha perso il 20%.
A commentare il passo indietro sul rinnovo degli incentivi avvenuto a Roma è stato ieri Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor, nella giornata dedicata all'analisi del mercato dell'auto che precede l'inaugurazione del Motor Show di Bologna (dal 7 al 16 dicembre). «Non è comunque detta l'ultima parola - osserva Quagliano - perché l'iter della Finanziaria è ancora lungo e fino al 14 dicembre tutto può succedere». A preoccupare le case automobilistiche non è solo uno stop alle rottamazioni, ma anche lo scenario economico del Paese. «Il riaffacciarsi dell'inflazione - aggiunge il direttore del Csp - potrebbe aprire una nuova stagione di rincari del costo del denaro con ripercussioni negative sulla propensione delle famiglie a indebitarsi per acquistare automobili. Per non parlare dei continui aumenti dei premi assicurativi». A sintetizzare gli effetti che le rottamazioni hanno portato al parco circolante è Gianni Filipponi, segretario generale dell'Unrae, l'associazione che rappresenta le case estere in Italia: «Per lo Stato il costo è nullo, anzi: grazie gli incentivi l'erario avrà un attivo di circa 60 milioni».
Promotor, in attesa che sui bonus sia fatta chiarezza, ha già fatto una proiezione sul 2008, ipotizzando un ripensamento. Se l'emendamento riproposto sarà convertito in legge, il mercato sarebbe in leggera crescita, superando il record del 2007 e arrivando intorno a 2,5 milioni di immatricolazioni. E proprio grazie a questi bonus alla fine dell'anno il mercato italiano risulterà la locomotiva d'Europa e un caso unico a livello mondiale. Il segnale che arriva dal nostro Paese è in controtendenza rispetto ai cosiddetti «mercati maturi», dove le auto nuove sono in diminuzione (Usa meno 3%, Giappone meno 7%, Germania meno 8%).
Intanto lad Fiat, Sergio Marchionne, dopo essersi recato dal premier Prodi, ha incontrato ieri sera i leader di Cgil, Cisl e Uil per parlare del destino di Pomigliano.
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