Tra fiction e storia Se i Cesaroni incontrano Cesare

Giulio Cesare e i Cesaroni. Un incontro tra concittadini e tra quasi omonimi quello avvenuto ieri mattina al Chiostro del Bramante, dove questa mattina gli attori Claudio Amendola e Antonello Fassari, rispettivamente Giulio e Cesare nella fiction di straordinario successo trasmessa da Canale 5 «I Cesaroni», hanno visitato la mostra «Giulio Cesare. L’uomo, le imprese, il mito». I due attori, esempi della moderna romanità, hanno toccato con mano il mito di Cesare, protagonista indiscusso dell’antica Roma.
«Il grande errore che fanno spesso i romani è non andare a vedere le cose che si fanno a Roma - ha detto Amendola, alisa Giulio Cesaroni - e mi fa molto ridere l’idea che Giulio e Cesare Cesaroni vengano invitati a questa mostra.Sicuramente i Cesaroni si vantano e godono della tradizione millenaria che tutti i romani hanno, il peso di 2mila anni di storia». La romanità, d’altra parte, è uno dei punti di forza della famiglia Cesaroni: «Siamo stati molto attenti - ha sottolineato Amendola - a portare sulla schermo la parte migliore della romanità, cercando di non essere mai volgari ma sempre molto sinceri».
Secondo Fassari, in arte Cesare Cesaroni, portare la romanità sul piccolo schermo è stata «una scommessa ed è stata vinta». «Credo che il successo della fiction sia dovuto alla storia, al fatto che riusciamo a dare un quadro di come viviamo in Italia in una famiglia allargata, i problemi della vita reale - ha concluso - In fondo la nostra famiglia allargata è la famiglia numerosa di una volta».

La terza serie della fiction «I Cesaroni» è iniziata venerdì scorso, con la prima di quindici puntate, che ha riscosso il 27,51 per cento di share e 7.606 milioni di spettatori. Ma anche la mostra del Chiostro del Bramante sta avendo un grande successo.

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