Cronaca locale

La prima fiction girata sotto la vela di Fuksas

«Al di là del vetro», film tv in digitale presto sugli schermi di Rai2, è stato interamente realizzato tra la vecchia e la nuova Fiera

Maurizio Acerbi

Letizia Moratti lo aveva annunciato lo scorso giugno: «Milano ha una specificità sulla quale intende puntare: il cinema digitale, che dovrà assumere un ruolo nazionale e internazionale». Per tener fede a questa vocazione, richiamata dal sindaco, di cinema innovativo, si colloca a pennello Aldilà del vetro (proiettato in anteprima durante l’inaugurazione dell’avveniristico Auditorium a forma di conchiglia della Fiera di Rho-Pero), film tv, che sarà prossimamente trasmesso da Rai 2, «ad alta definizione digitale», diretto da quell’Ettore Pasculli considerato, non a caso, uno dei padri storici del digitale italiano. La particolarità di questa produzione sta nel fatto che la fiction, a basso costo, è stata girata interamente tra il vecchio e il nuovo quartiere della Fiera, primo polo ad ospitare un film Tv. E non è un caso; da sempre crocevia di culture, incontri, lingue, progetti, ecco che Pasculli ha dato vita (con Daniele Rosa, da un’idea e con il coordinamento di Angela Riccio) a una storia che, in un certo senso, racchiude e racconta la trasformazione della Fiera da palcoscenico privilegiato del business a spazio dove si intrecciano contatti umani e scambi a 360 gradi di esperienze culturali, sogni e storie. Non potendo raccontarle tutte, ecco che idealmente Aldilà del vetro le riassume. Nel film si intrecciano le strade di una ragazza islamica (una sensuale e carismatica Kesia Elwin) e di un ragazzo ebreo (Giovanni De Giorgi) che finiranno per innamorarsi, di una giovane donna russa (Masha Abakoumova) che osserva da lontano il padre del suo bambino, di una ragazzina (Astrid Casali) alla disperata ricerca del nonno (un convincente Renzo Casali), di un importante espositore (Giuseppe Romano) e del suo magnetico ed ambiguo allestitore (Raffaele Farina); tutti protagonisti di questo giallo multietnico che ruota intorno alla sparizione, risalente al 1930 (ricostruito sapientemente al computer) di un brevetto rivoluzionario (un’automobile alimentata ad acqua) e del suo inventore. Un caso irrisolto che, in un ponte tra passato, presente e futuro, ben delineato, da Pasculli, finirà per coinvolgere, ai giorni nostri, questo gruppo di persone.
«Da tempo accarezzavamo questo progetto - hanno sottolineato, il presidente di Fiera Milano, Michele Perini e l’amministratore Delegato, Piergiacomo Ferrari - con in testa l’obiettivo di comunicare le molte, diverse dimensioni di questa "fabbrica" davvero speciale. Abbiamo deciso che il momento ideale per realizzarlo fosse quello del passaggio dallo storico quartiere cittadino al nuovo, modernissimo complesso a Rho. Fiera Milano cambia e migliora, per tenere il passo coi tempi. Ma non cambia la vita che la percorre e di cui questo film è un piccolo, poetico spaccato».

Un progetto non isolato, come ha specificato Angela Riccio: «Ci auguriamo che diventi il primo di una serie di film, ad esempio su moda e design, utili per la promozione del made in Italy».

Commenti