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La fidanzatina dell’assassino: «Un ragazzo dolce»

Niente droga addosso, nessuna sostanza assunta con gli amici del sabato sera, che potesse spiegare quell'improvvisa alterazione dell'umore, nessun precedente. Insomma un ragazzo «tranquillo» pronto però ad esplodere, in modo incalcolabile, per una piccola storia di gelosia: è questo per ora il profilo del sedicenne trasformatosi in un brutale assassino. Non era soltanto un incensurato, ma anche un ragazzo comune: descritto da tutti come persona mite, iscritto regolarmente a scuola, alle superiori, abituato a fare sport, e con la passione delle arti marziali. In tasca un'arma a scatto, con la lama che supera le quattro dita, che diceva di tenere «per difendersi in caso di necessità». Un gesto folle che ha lasciato tutti allibiti, chiunque lo conoscesse. I genitori, persone ritenute normali, sotto la quarantina, che lavorano in ambienti legati ai locali notturni e alle discoteche, e che lo hanno raggiunto ieri, dopo l'efferato delitto, per assistere a tutti gli atti, e vederlo poi rinchiudere nel carcere per i minori. Anche in quel momento, dice chi ha assistito alla scena, il ragazzo è rimasto tranquillo, reagendo ai fatti come conseguenze inevitabili del suo gesto.

Una reazione del genere, scaturita da un diverbio, che gli inquirenti definiscono futile, come la gelosia, probabilmente infondata, era del tutto inattesa anche agli occhi della ragazza per la quale sarebbe accaduto tutto questo: la fidanzatina del momento, legata al giovanissimo assassino da una storia nata recentemente. Originaria di Pozzuoli, terzo anno di liceo, anche lei conferma e traccia il profilo di un ragazzo tranquillo, dolce, assolutamente diverso insomma dall'omicida che ha agito in preda alla furia.

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