Caro dott.Lussana, leggendo quanto scritto dai sigg. Careddu e Merlino, nonchè la lettera aperta della signorina (mi raccomando, signorina!) avv. Francesca Bagarelli apparsi nella cronaca di Genova del 19 u.s., vengo meno alla promessa che mi e Le avevo fatto di non intervenire più sul «caso Genoa» avvertendo la necessità di esprimere qualche semplice considerazione. A prescindere che Il Giornale non ha alcun bisogno di difensori dufficio, trovo ingiusto che venga accusato di parzialità quando è sufficiente constatare la pubblicazione di un elevatissimo numero di articoli e di missive di tifosi genoani (e non) in relazione agli avvenimenti che sono sotto gli occhi di tutti; nè mi sembra giusto e corretto che si possa pensare a pregiudiziali di fede sportiva o, peggio ancora, politica, insistendo nellitalico malvezzo di osservare i fatti sotto laspetto dietrologico.
Di fronte al malloppone di oltre 200 pagine (forse sbaglio per difetto) contenenti le risultanze di indagini, intercettazioni, deposizioni tesimoniali ecc., penso che lon. avv. Biondi e colleghi dovranno impostare uno sbarramento difensivo ben consistente ed efficace. Se fossi un tifoso genoano la penserei allo stesso modo dellavv. Bagarelli, di cui apprezzo molto la misura e le parole veramente sensate ed obbiettive.
Infine vorrei dare un consiglio ai «cugini»: abbiano fiducia in coloro che dovranno esprimere un giudizio, sia sportivo che penale.
Fiducia ai giudici che valuteranno con coscienza
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