Fiducia ma nessuna cambiale in bianco

da Roma

Il discorso pronunciato ieri dal Papa davanti ai vescovi italiani non poteva essere viatico migliore per la visita ufficiale del premier Silvio Berlusconi in Vaticano, prevista per la mattina del 6 giugno. È noto che sia la Santa Sede come la Cei hanno vissuto con preoccupazione alcune iniziative dell’esecutivo guidato da Prodi: il Paese ha bisogno di uscire da un «periodo difficile», e la «gioia» manifestata dal Pontefice per il «clima nuovo» che si respira è piuttosto eloquente. C’è attenzione, fiducia, attesa di riscontro «in qualche risultato concreto» come risposta alle emergenze del Paese, tra le quali la Chiesa segnala quella educativa.
Le parole di Benedetto XVI alla Cei sono una sintesi efficace delle posizioni manifestate dai vertici dell’episcopato, vale a dire dal cardinale Angelo Bagnasco, come pure dal suo predecessore, il Vicario di Roma Camillo Ruini (che rimane un’influente risorsa), formulate con lo stile pragmatico della segreteria di Stato guidata dal cardinale Tarcisio Bertone. Al governo Berlusconi non vengono date cambiali in bianco, lo si attende alla prova di fatti: il problema non è il numero di ministri cattolici ma ciò che i ministri – cattolici e no – faranno in concreto per rispondere ai problemi del Paese.
È significativo che Papa Ratzinger abbia citato le politiche a sostegno della famiglia mentre non si sia soffermato sui temi legati alla bioetica, né abbia menzionato la 194 e sue eventuali revisioni, proprio come aveva fatto lunedì scorso il cardinale Bagnasco. Questo perché in Vaticano e alla Cei sono convinti che su questo terreno minato ci voglia «prudenza». La Chiesa, da sempre contro l’aborto, auspica che si applichi la 194 anche nella parte che tutela la maternità, ma non intende iniziare guerre di religione per cambiarla ritenendo più urgenti altre questioni. Come l’impoverimento: proprio ieri, sul sito www.ilsussidiario.net, il professor Luca Pesenti ha commentato alcuni dati preccupanti sulla perdita del potere d’acquisto delle famiglie italiane. O come il valore «non negoziabile» della libertà di educazione. Un terreno sul quale la Chiesa attende segnali precisi dal nuovo governo.
Infine, è significativo il passaggio che Benedetto XVI ha dedicato al tema dell’immigrazione e della sicurezza, con l’accenno al necessario «rispetto delle leggi» che assicurano «l’ordinato svolgersi della vita sociale».

Il Papa ha concluso: «Non è necessario che concretizzi maggiormente il discorso: voi, insieme ai vostri cari sacerdoti, conoscete le concrete e reali situazioni perché vivete con la gente». E proprio Bagnasco, lunedì, aveva definito la sicurezza «esigenza incoercibile di persone e famiglie».

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