«Fiducioso sull’Ipo Prysmian»

Il maxi-progetto commissionato da Terna di collegare Sardegna e penisola

da Milano

«Lavoriamo per far diventare Prysmian una società veramente aperta al mercato. Questa multinazionale, una delle poche reali italiane, continuerà a lavorare nelle infrastrutture in tutto il mondo, mantenendo però il cervello nel nostro Paese. Goldman Sachs, che nel 2005 ha rilevato per 1,3 miliardi tutte le attività di Pirelli Cavi & Sistemi, è un fondo di private equity e, come tale, investe negli spin-off di altri gruppi allo scopo di valorizzare la società acquisita».
A parlare è Valerio Battista, amministratore delegato di Prysmian, multinazionale che il 3 maggio debutterà sulla piazza di Milano (l’offerta pubblica di vendita è partita il 16 aprile e si concluderà il 27 con una forchetta di prezzo fra 13,25 e 16,75 euro). Sul mercato andrà il 40% del capitale sociale, 46% in caso di esercizio integrale della greenshoe. L’arrivo di Prysmian significa per Piazza Affari il ritorno di un’azienda che si identifica tra i «big».
Reduce da due esercizi positivi (oltre 5 miliardi di ricavi nel 2006 rispetto ai 3,7 precedenti e un mol di 407 milioni, in aumento dai 265 del 2005), guidata dallo stesso management che ne ha curato la ristrutturazione nel 2001 e con in dote un’alta capacità di innovazione dei prodotti (cavi per la trasmissione dell’energia e applicazioni industriali, fibre ottiche e cavi di telecomunicazione, in fibra ottica e rame), Prysmian guarda ora al proprio consolidamento nei mercati mondiali e, in particolare, alle aree a maggior valore aggiunto e con elevate prospettive, l’India per esempio.
Ingegner Battista, tagliato il cordone ombelicale con Pirelli ora vi attende la Borsa. Il road show è in pieno svolgimento. Quali commenti dalla comunità finanziaria?
«C’è molto interesse. Pensiamo che l’Ipo avrà un buon successo».
Chiuso il capitolo Borsa, comincerete a guardarvi attorno...
«La strategia di crescita riguarda tutti i business a più alto valore aggiunto relativi alle infrastrutture elettriche e telefoniche. Prysmian, del resto, vanta già una presenza nei 5 continenti e vende i suoi prodotti in tutto il mondo».
E l’India?
«È una delle aree in cui abbiamo una presenza commerciale importante, soprattutto nei cavi ottici. Questo Paese ci interessa molto».
In passato si era parlato della possibile cessione del settore telecom...
«Erano uscite notizie di stampa nel momento in cui Pirelli ha venduto a Goldman Sachs. L’ipotesi, comunque, non è mai stata nelle nostre intenzioni e anche Goldman Sachs è su questa posizione. Non avrebbe avuto senso vendere il settore telecom che rappresenta un business la crescita del cui valore è proporzionale a quella delle dimensioni della società».
Quanto contano le attività italiane?
«Oggi per circa il 9%».


Progetti in cui siete impegnati?

«Un grande progetto ci è stato commissionato da Terna per collegare, attraverso cavi sottomarini fino a 1.500 metri di profondità, la Sardegna alla penisola. L’operazione vale per noi 400 milioni. I lavori, iniziati nel 2006, saranno ultimati nel 2010».

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